BIOLOGICI, A RESIDUI ZERO E CERTIFICATI: SONO I “MUST” DEI BERRIES

Coltivazione biologica e, soprattutto, a ‘residuo zero’ sono dei veri e propri must emersi nel corso del IV congresso dei Frutti Rossi di Huelva che sta per concludersi oggi e che ha definitivamente sdoganato il concetto di Bio-berries.

Uno dei driver principali è il fatto che il primo consumatore mondiale di questo prodotto, ossia gli Stati Uniti, pone le Bio-berries al secondo posto della top ten delle categorie del fresco (il primo va alle insalate in busta, dati Nielsen). Questa categoria, in particolare ha registrato, nel 2017, un fatturato di 565 milioni di dollari, in crescita del 23% rispetto al 2016 quando il giro d’affari è stato di 460 milioni di dollari ed è caratterizzata da vendite omogenee durante tutto l’arco dell’anno senza particolari picchi o cali stagionali.

In Europa i principali consumatori di prodotto bio sono i Paesi del Nord con Coop Swisse, però che fa da retailer leader in particolare per la categoria dei mirtilli biologici.

In questo senso i produttori di Huelva, fortemente orientati all’export – con un incremento delle esportazioni di frutti rossi del 68% tra il 2016 e il 2017 ed un record di vendite all’estero nell’ultimo anno di 1,1 milioni di euro – stanno spingendo sulla produzione certificata. Di necessità virtù e questo anche se il consumo nazionale di prodotti bio è ancora basso. Il prodotto certificato è destinato principalmente al nord Europa, alla Germania, alla Svizzera o al mercato francese che ha dimostrato una rinnovata apertura verso i prodotti di qualità spagnoli, ma viaggia anche verso gli Stati Uniti e l’Asia.

La crescita del settore organico rappresenta un’importante sfida per le aziende di bio-pesticidi se si considera che, attualmente, il 95% del mercato è dominato dai prodotti di sintesi chimica e da sette grandi multinazionali. Il restante cinque per cento è occupato da circa cinquecento aziende che producono bio-pestici e che, però, stanno registrando una crescita annua del 20% l’anno.

Tra le novità che stanno per essere lanciate sul mercato dedicate al settore delle berries ci sono quelle dell’azienda Crop Clean.

Txema Les di Crop Clean

“In Spagna, Portogallo e Marocco – ci spiega Txema Les, responsabile del dipartimento commerciale di Crop Clean, che ha 2 milioni di ettari di impianti Bio in Spagna che rappresentano solo il 5% del totale degli impianti sparsi in tutta Europa – stiamo testando tre nuovi prodotti che pensiamo di lanciare con la campagna di autunno. I test riguardano fungicidi a residuo zero per la lotta all’Oidio, alla mosca bianca e per la disinfezione del suolo. Per il momento le nostre prove si concentrano su fragole, mirtilli, zucchine, peperoni, cetrioli e, nel caso della mosca bianca anche sui pomodori. L’obiettivo su cui la Spagna deve lavorare è far crescere la domanda di prodotti Bio che attualmente è piuttosto bassa. Ciò farebbe da impulso per far crescere anche la produzione”.

Sta investendo massicciamente nel contrasto biologico ai parassiti anche l’Argentina che è l’ottavo produttore di mirtilli al mondo e che considera l’Europa uno dei mercati in cui intendere accrescere la propria quota di mercato (solo nel 2017 ha registrato +7% dei volumi rispetto al 2016 arrivando a quasi 3mila tonnellate) insieme al Canada (+35% con 568 tonnellate) e Asia, +89% con 412 tonnellate arrivate grazie agli accordi bilaterali chiusi nel 2017 con Cina, Thailandia e Indonesia.

Il governo di Buones Aires ha infatti avviato lo scorso anno un massiccio investimento in bio-impianti di insetti sterili per contrastare il problema della mosca del Mediterraneo nella provincia di Mendoza che fa parte dell’area produttiva principale del Nord Ovest del Paese dove si realizza più del 50% della produzione annua di mirtilli.

Mariangela Latella

Huelva

Nella foto di apertura Carlo Francisco Stabile, gerente del progetto Extraberries dell’Argentina e tosoriere del comitato mirtilli argentini

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