LOGISTICA, SUI PICCOLI FRUTTI ARRIVA LA NUOVA FRONTIERA DEL RESIDUO ZERO E LA SHELF LIFE SI ALLUNGA

Sta per arrivare in Italia il camion per il trasporto di frutti rossi a residuo zero. La tecnologia si chiama Ros ed è stata sviluppata dall’azienda madrilena Oxyion. Ros sta per Reactive oxygen species, ossia specie di ossigeno reattivo ed è un trattamento a livello molecolare dell’ambiente in cui sono conservati i frutti rossi, come magazzini o celle frigorifere, che si basa su un impatto radioelettrico sull’aria in grado di creare una dissociazione di ogni molecola di ossigeno in sette specie reattive di ossigeno che riescono a distruggere tutti i microorganismi presenti nell’ambiente senza lasciare residui.

È la nuova frontiera del residuo zero per i berries. In realtà in Spagna esiste da circa quattro anni ma da quest’anno sarà applicata ai container del trasporto su gomma con la promessa di rivoluzionare il mercato europeo.

“Ci stiamo focalizzando – spiega Joaquin Huertas, sales manager di Oxyion che abbiamo incontrato al IV Congresso dei Frutti Rossi di Huelva – sul passaggio intermedio della filiera che è quello della logistica. I nostri laboratori stanno sviluppando, in collaborazione con le ditte di trasporto con cui lavoriamo, dei prototipi che saranno poi applicati ai camion con l’obiettivo di arrivare a 35-40 prototipi entro la fine dell’anno che testeremo sia sul mercato spagnolo che europeo. In Italia contiamo di arrivare entro il 2019“.

La difficoltà nello sviluppo dei prototipi è legata principalmente al fatto di spostare un macchinario realizzato per operare in ambienti statici, come ad esempio un magazzino o una cella frigorifera, in un ambiente dinamico che è il container di un camion.

“Bisogna considerare – continua Huertas – il fatto che il prodotto durante il trasporto è sollecitato con vibrazioni, sbalzi di temperatura. Quello che stiamo testando è un tir che supporti la nostra tecnologia ottenendo la massima efficienza al minor costo possibile per potere contrastare la disidratazione ed eliminare la contaminazione microbiologica incrociata anche durante il trasporto”.

Attraverso le specie di ossigeno reattivo è stato già dimostrato, in ambiente statico, che la shelf-life delle fragole può arrivare fino a 4 giorni in più mentre quella dei mirtilli fino a sette. Esistono anche dei vantaggi in termini di riduzione dei marciumi e delle perdite derivate dalla disidratazione che influisce sull’aspetto estetico.

Abbiamo ridotto gli scarti delle fragole del 50% – precisa Huertas – e stiamo facendo esperimenti anche su altri tipi di frutta come le drupacee. Oltre che con aziende europee, lavoriamo con l’85% degli esportatori cileni”.

Non a caso il Cile è uno dei principali produttori di frutti rossi e in particolare di mirtilli che esportano prevalentemente verso mercati ad alta redditività e distanti, come gli Usa oppure la Cina con cui è stato siglato recentemente un accordo di libero scambio.

Mariangela Latella

 

Nella foto, da sinistra: Joaquin Huertas, sales manager di Oxyion e il presidente di Oxyion, Carlos Lima

 

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