ITALIA ORTOFRUTTA, INCONTRO CON IL SOTTOSEGRETARIO PESCE. NODI DEL SETTORE IN DISCUSSIONE AL “TAVOLO” A FINE MESE

Italia Ortofrutta – Unione Nazionale ha organizzato un incontro al quale ha preso parte il sottosegretario all’Agricoltura Alessandra Pesce ed una folta rappresentanza delle OP campane riunitesi per l’occasione ad Eboli presso la sede della OP Terra Orti.

All’apertura dei lavori il presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo ha in primo luogo rimarcato l’importanza che la delega per il settore sia stata attribuita al sottosegretario Alessandra Pesce, una figura istituzionale che è già un’attenta conoscitrice delle problematiche del settore agricolo visto il suo trascorso professionale di dirigente del CREA e poi del MIPAAF che le ha consentito di maturare una visione oggettiva delle specificità di un settore, quello ortofrutticolo, ove ritroviamo capacità di evolvere, di innovarsi e rimanere al passo dei mercati pur a fronte delle tante difficoltà passate e presenti con cui quotidianamente le imprese convivono.

Il direttore di Italia Ortofrutta Vincenzo Falconi ha voluto innanzitutto precisare le finalità dell’incontro ed in particolare lo scopo di presentare al sottosegretario Pesce il “sistema ortofrutticolo aggregato” che fa capo ad Italia Ortofrutta nella sua articolazione complessiva a partire dalla rappresentanza nazionale, passando alle OP per arrivare alle imprese agricole che operano sul territorio. “Parliamo di un modello di aggregazione virtuoso, orientato al mercato e che ha saputo mantenere negli anni un tasso costante di crescita portando ad oggi oltre il 50% della produzione ortofrutticola nazionale a riconoscersi nel sistema OP e quindi nella OCM”, spiega l’Unione nazionale.

Non sono soltanto i numeri dell’aggregazione che depongono a favore del settore in quanto le OP sono in primo luogo imprese guida sul territorio, attente alle implicazioni ambientali, al miglioramento qualitativo ed alle garanzie di salubrità del prodotto, in grado con il loro operato di condizionare ed indirizzare verso queste stesse finalità anche le scelte di quelle aziende ortofrutticole che tuttora sono fuori del sistema aggregato.

Allo stesso tempo anche il regime di sostegno che l’Unione Europea ha sviluppato per l’ortofrutta si è dimostrato essere uno strumento insostituibile per accompagnare la crescita del settore e che proprio in Italia ha dimostrato un elevato livello di efficienza assegnando al nostro Paese la leadership per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse comunitarie. Ampio è inoltre il ventaglio dei temi enunciati dal direttore Falconi e su cui è stata espressa la necessità di avviare quanto prima un confronto aperto con il Ministero e la filiera tutta per affrontare le criticità più attuali che il settore vive quali i bassi margini di redditività, l’aleatorietà della produzione per gli effetti del cambiamento climatico in atto e non da ultimo “l’invisibilità” della produzione ortofrutticola che sempre più spesso giunge sugli scaffali della GDO senza i marchi distintivi delle OP rendendo vane le politiche di valorizzazione e di promozione che le imprese mettono in campo.

Altri aspetti cruciali sono emersi dai numerosi e vari interventi dei partecipanti all’incontro a partire da Alfonso Esposito, presidente della OP Terra Orti, Andrea Badursi, vice presidente di Italia Ortofrutta, Rosario Ferrara, direttore di Apoc Salerno, Pasquale Sica di Tonda Giffoni, Aristide Valente di Alma Seges, Carlo De Riso di Costieragrumi, Luciano Simonetti di Apopa, Enrico Amico di OP Amicobio, Vincenzo Marfella di Campania Felix, Alfonso di Massa di Confcooperative Campania ed i rappresentanti di Agriverde e Ager Campanus.

Filo conduttore dei vari interventi è stata il convincimento sulla qualità del lavoro svolto dalle OP che trasferiscono “in campo” il perseguimento degli obiettivi della OCM e la consapevolezza del rispetto dei sistemi di controllo a cui quotidianamente sono sottoposte sottraendo tempo prezioso alle attività di impresa, il fabbisogno di serenità per non essere additati da una distorta informazione come aree franche del lavoro nero ed anche la necessità di mettere a punto una politica strategica per il settore ortofrutticolo nel suo complesso, che possa dare risposte efficaci ai problemi evidenziati puntando con ancora più determinazione sull’aggregazione dell’offerta anche per migliorare i risultati comunque più che positivi già raggiunti.

Il sottosegretario Pesce, a conclusione degli animati interventi, ha tratto le conclusioni dell’incontro assicurando la massima vicinanza del Ministero al territorio ed alle tematiche illustrate ed esprimendo la necessità irrinunciabile di una condivisione dei problemi già a partire dalla prima convocazione del Tavolo ortofrutticolo calendarizzata per fine settembre, per operare con maggiore consapevolezza le scelte che in politica nazionale dovremo compiere per rafforzare il settore e la stessa OCM. Sul tema del caporalato, condannando ciò che è sfruttamento ed illegalità il sottosegretario ha anticipato la volontà di procedere quanto prima ad una revisione della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità che purtroppo ad oggi non ha dato i risultati attesi e l’intento di agire sulla legislazione vigente per rafforzare gli aspetti formativi e informativi della Legge importanti tanto quelli repressivi ma purtroppo rimasti in secondo piano.

All’ incontro hanno fatto seguito alcune visite in campo presso l’azienda Adelmo Attanasio specializzata nella coltivazione del pomodoro da industria, lo stabilimento di lavorazione Paolillo Srl specializzato nella lavorazione del finocchio e nell’utilizzo di questo ortaggio anche per usi innovativi come essenze, gelati ecc., per finire con l’azienda Mellis alle pendici dei Monti Alburni dedita alla coltivazione della fragola di bosco e che rappresenta un modello di agricoltura biodinamica in grado di coniugare un assoluta attenzione alla salvaguardia dell’ambiente con la tipicità delle produzioni locali.

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