LA BANANA PUÒ ESSERE IL NUOVO PETROLIO DELL’ANGOLA

La banana può diventare nuovo petrolio dell’Angola. Il frutto viene inviato ai consumatori a 6.000 chilometri di distanza e fa parte dello sforzo di Luanda per diversificare l’economia e allontanarsi dalla dipendenza dal petrolio. Le diverse tonnellate prodotte ogni settimana vengono prima spedite in Portogallo e poi distribuite nel resto dell’Europa. Gli imprenditori del settore ritengono che questa sia una scommessa fondamentale per l’Angola.
L’imprenditore João Macedo (nella foto) è portoghese e 10 anni fa ha investito nell’agricoltura nel Paese africano. Le banane sono il prodotto di elezione. João Macedo ritiene che i prodotti agricoli angolani abbiano molta qualità e che le banane locali possano competere con quelle che escono dall’America Latina.
Il frutto più bello è destinato ai mercati esteri, mentre il resto viene venduto nel Paese. Questa azienda ritiene che la produzione possa raggiungere le 170.000 tonnellate all’anno.
Numeri considerati straordinari e, per questo motivo, le autorità nazionali classificano già la banana come il nuovo “petrolio verde”. Questo è esattamente il modo in cui Eliseo Mateus, capo del dipartimento dell’agricoltura della provincia di Bengo, descrive la banana angolana.
L’Angola ha registrato una forte crescita a due cifre trainata dal petrolio, che rappresenta il 90% delle esportazioni e il 70% delle entrate pubbliche.
Ma la caduta del prezzo del petrolio nel 2014 ha fatto precipitare il Paese in una nuova crisi.
Ora anche il Presidente João Lourenço, che è salito al potere un anno fa, ha promesso di espandere il settore agricolo per recuperare l’economia angolana.

(fonte: Ice)

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