CHIUSURE DOMENICALI IN GDO, SANTAMBROGIO (VÉGÉ): “COSÌ RITORNIAMO AL MEDIOEVO”

“Un inconcepibile ritorno al Medioevo”: questo il commento di Giorgio Santambrogio (nella foto), AD del Gruppo VéGé, in merito al disegno di legge che è stato presentato in commissione Attività produttive alla Camera sulle aperture domenicali che prevederebbe aperture per 26 domeniche lʼanno e deroga per 4 feste da stabilire su scelta Regionale.

“In un momento in cui l’Italia è in recessione e bisognerebbe trovare delle soluzioni che aiutino la ripresa economica, lo scenario che si prospetta con questa bozza di legge risulta discriminante per alcune categorie, perché non garantisce il mantenimento della pluralità commerciale, creando una conseguente disparità nei confronti delle grandi superfici, che vengono maggiormente penalizzate. Se da una parte infatti questo testo potrebbe tutelare i piccoli negozianti dall’altra affossa completamente il comparto della grande distribuzione che nel weekend genera il grosso del fatturato della settimana.  La chiusura domenicale comporterebbe un calo dei consumi di oltre 4 miliardi di euro, con un conseguente taglio dei dipendenti. I posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero intorno ai 30 mila: gli esuberi non riguardano soltanto i lavoratori nel commercio al dettaglio ma anche tutto l’indotto tra ingrosso e ristorazione; basti pensare alle cause del minore afflusso di clienti nelle aree dello shopping all’interno dei centri commerciali.

Questo comporterà anche ad un cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori favorendo naturalmente l’e-commerce che già registra un incremento del 13% rispetto al dettaglio “fisico”, in calo dello 0,1%.

È corretta la chiusura durante le festività regolamentata attraverso un piano nazionale ma è quanto mai anacronistico pensare di chiudere i punti vendita nelle domeniche in quanto si scontenta sia domanda che offerta”.

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