IL MERCATO DI ROMA VUOLE ESPANDERE LE AREE MERCATALI: I PROGETTI

Procede con passi in avanti importanti il progetto di espansione della superficie mercatale del Car di Roma verso la zona del porto di Civitavecchia, con l’obiettivo di arrivare a creare un’unica Zona Logistica Speciale. L’operazione è particolarmente complessa ed ancora in fase di progettazione. Si articola su più fronti e tra i primi passi concreti, c’è l’accordo siglato tra il Car e l’autorità portuale di Civitavecchia nel corso del 2018 e la più recente variante del piano regolatore appena approvata dal Comune di Guidonia che è il primo dei territorio direttamente interessato dall’ampliamento dell’Ortomercato della capitale.

Ce ne parla il direttore Fabio Massimo Pallottini che abbiamo incontrato a Berlino, durante la tre giorni di Fruit Logistica che oggi chiude i battenti.

Direttore, come sta procedendo questo progetto?

“Il tema attualmente è in mano alla Regione che sta mettendo a punto il piano strategico regionale per le zone logistiche speciali. Allo stesso tempo, sempre la Regione, insieme al Comune e alla Camera di Commercio di Roma sono i principali rappresentanti del cda del Car che stanno dialogando sulle modalità di sviluppo dell’operazione”.

Quali sono i punti in discussione?

“I tempi non sono maturi per parlarne. Si tratta di un’operazione che si articola su più fronti ed è di per sé molto complicata e delicata oltre che ancora in fase iniziale. Sono coinvolte molte realtà”.

Potrebbe darci qualche anticipazione?

“Una volta definito il perimetro urbanistico del progetto, ad esempio, sarebbe auspicabile che tutta la parte attuativa venisse lasciata all’amministrazione della zona logistica speciale”.

A cosa si riferisce?

“Ad esempio alla delega regionale sulla competenza per il rilascio dei permessi per costruire, per le varie autorizzazioni, e così via dicendo. Allo stesso tempo non è detto che ci debba per forza esistere una continuità geografica nell’interno della cornice urbanistica tra il Car e Civitavecchia. Potrebbe anche essere costituita a macchia di leopardo, interessando soltanto alcune aree del perimetro. Ma non precorriamo i tempi”.

Parliamo di Biologico, un tema a lei caro. Come procede il suo progetto sulla piattaforma Bio dentro il Car?

“Rappresenterà uno dei assi strategici del prossimo piano di industriale del Centro agroalimentare, insieme alla parte dei servizi alla ristorazione come la logistica o la preparazione degli alimenti per il canale Horec. Occorre attirare imprenditori qualificati”.

Ha in mente qualcuno?

“Dentro il Car c’è già, ad esempio, Almaverde Bio, ma potrebbe trovare posto anche Alce Nero ad esempio, e tutti i player principali del settore che oltre che convergere dentro il Car dovranno poi essere messi a sistema con la creazione di uno spazio dedicato”.

Tra i temi caldi di questa fiera,  c’è stato anche quello che riguarda la necessità di ridurre il numero dei Centri agroalimentari in Italia. Cosa ne pensa?

“Le rispondo come presidente di Italmercati anche perché la rete nasce proprio per procedere alla razionalizzazione del sistema dei centri agroalimentari. Meno strutture ma più grandi, sulla falsariga del modello spagnolo e francese dove si contano una ventina di ortomercati per Paese. Penso che anche questo possa essere un numero congruo per l’Italia. Ma siccome può sembrare un po’ velleitario pensare di passare da quasi 150 mercati a una ventina, sarebbe meglio ragionare su un lavoro di stratificazione”.

In che senso?

“Dobbiamo avere alcuni mercati di rilievo nazionale, che devono essere in numero limitato, e altri di interesse locale che rientrerebbero tra le competenze della regione. L’iniziativa per la razionalizzazione del sistema deve partire nel quadro del dialogo tra Mipaaft e Conferenza delle Regioni”.

Mariangela Latella

Berlino

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