EMBARGO, CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO: PROROGATO IL BLOCCO FINO A FINE 2020

Il braccio di ferro tra Unione Europea e Russia continua, così come il botta e risposta a suon di blocchi commerciali. In risposta al prolungamento di altri sei mesi delle sanzioni antirusse da parte dell’Ue, il presidente della Russia Vladimir Putin ha esteso l’embargo alimentare fino al 31 dicembre 2020. Il relativo decreto è pubblicato sulla gazzetta ufficiale russa. Come indicato nel documento, il governo russo dovrà garantire l’attuazione delle misure necessarie per attuare questo provvedimento. Inoltre, l’esecutivo è incaricato, se necessario, di presentare proposte per modificare il termine per le singole misure economiche speciali previste nel documento.

Il “blocco” è attivo da ormai poco meno di cinque anni, dall’agosto 2014. Da allora l’ortofrutta (oltre a carne, pesce, formaggi e altri prodotti ancora) del vecchio continente, Italia compresa, oltre a Stati Uniti, Canada, Norvegia ed Australia, non entra più nel Paese dell’est.

Pochi giorni fa Ismea, attraverso uno studio, aveva calcolato come l’embargo avesse provocato 217 milioni di euro di perdite all’export agroalimentare italiano, di cui oltre 130 milioni riguarda l’ortofrutta (leggi news).

Coldiretti ha calcolato in oltre un miliardo di euro le perdite per l’export agroalimentare made in Italy. “All’azzeramento della spedizione dei prodotti agroalimentari Made in Italy vietati in Russia e alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni si sommano – sottolinea la Coldiretti – quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.  Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo poiché ancora una volta il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.

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