FRUTTA ESTIVA IN CRISI, VERNOCCHI: “SI PUÒ RISALIRE LA CHINA”

Al caldo siccitoso registrato durante il mese di aprile è succeduto un mese di maggio caratterizzato da temperature tipicamente invernali e piogge abbondanti. Fattori climatici che hanno influito negativamente sull’andamento produttivo in campo quanto sui consumi. Il Corriere Ortofrutticolo ne ha parlato con Davide Vernocchi (nella foto), presidente di Apo Conerpo, a latere della conferenza stampa di questa mattina a Castenaso di Bologna per la presentazione del bilancio 2018 del Gruppo (leggi news).

Il crollo delle ciliegie

“A farne maggiormente le spese sono state sicuramente le ciliegie”, ha commentato Vernocchi. “I volumi raccolti – continua – hanno registrato un calo compreso tra il 30 e il 40% per effetto del cracking, dei 25mila quintali attesi ne sono stati raccolti appena 15mila quintali. Problemi sono stati riscontrati anche per fragole e albicocche in raccolta. In particolare queste ultime hanno dovuto affrontare ulteriori difficoltà a causa della forte presenta sul mercato del prodotto proveniente dalla Spagna, con pesanti conseguenze sui livelli dei prezzi. Ci auguriamo che con il perdurare del caldo in tutta Europa tale situazione possa subire una decisa inversione di tendenza. Al momento i consumi sono in ripresa ma le quotazioni sono ancora ben lontane dal raggiungere livelli soddisfacenti, con criticità soprattutto per pesche, nettarine escluse, e susine”.

Ancora buone opportunità per le albicocche

Difficoltà di prezzo anche per le albicocche sebbene complessivamente le prospettive siano positive: “Se guardiamo il dato produttivo nel corso degli ultimi anni, a fronte di una crescita effettiva dei volumi c’è stato un allungamento significativo della finestra produttiva grazie all’enorme lavoro di ricerca varietale svolto: le albicocche, dunque, se di qualità, hanno ancora grandissime opportunità sul mercato”.

Circa le pere, infine, si paventa una stagione difficile: “Le avversità climatiche del mese di maggio e la scarsa luminosità verificatasi hanno provocato una grave cascola di pere, assolutamente anomala. A preoccupare, oltretutto, è la non assicurabilità di tale nefasto evento e le conseguenze produttive anche per il prossimo anno”.

Chiara Brandi

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