CIMICE, L’ASSESSORE CASELLI CONVOCA UN TAVOLO PER DOMANI. “NE PARLERÒ ANCHE ALL’AREFLH”

Un flagello, un’emergenza, una vera calamità naturale alla stregua di grandine e trombe d’aria: il problema della famigerata Halyomorpha halys, comunemente conosciuta con il nome di cimice asiatica, nelle ultime settimane è tristemente balzato agli onori delle cronache per i danni, irreversibili, che sta provocando alla frutticoltura nostrana.

Al Nord nessuno si salva; tra le Regioni più colpite c’è l’Emilia-Romagna con una perdita di prodotto che, secondo la Coldiretti, va dal 40 al 100%. Per far fronte al problema, con risposte immediate ai produttori, e concordare misure a medio-lungo termine da proporre a livello nazionale, l’Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli ha convocato per domani, mercoledì 28 agosto, un tavolo al Palazzo della Regione a Bologna alla presenza delle associazioni agricole e delle organizzazioni dei produttori.

“In prima battuta – ha dichiarato Caselli al Corriere Ortofrutticolo – l’intenzione è offrire supporti concreti ai produttori attraverso convenzioni con le banche per poter prorogare le scadenze finanziarie, consolidare le passività e dilazionare tutta una serie di pagamenti obbligatori per le imprese. Naturalmente – continua – concorderemo anche le diverse modalità di verifica in azienda, per constatare i danni e chiedere la calamità dovuta alla cimice”.

In questi anni, al fine di contrastare il fenomeno, la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato due bandi con risorse PSR per attivare interventi di prevenzione rispetto ai danni provocati dal parassita, come le reti antinsetto a protezione della frutticoltura. L’ultimo bando, pubblicato all’inizio del 2019 con una dotazione di 2,7 milioni di euro, fa seguito a quello pubblicato nel 2017 di 10 milioni di euro. Inoltre, è stato attivato un progetto per 340.000 euro di un Gruppo Operativo per l’Innovazione (GOI) che ha come obiettivo la sperimentazione di “Tecniche di monitoraggio e strategie innovative per il controllo della Cimice asiatica”.

I possibili antagonisti naturali

“Per quanto riguarda l’introduzione di insetti antagonisti alla cimice, come Regione è dal 2015 che chiediamo al Ministero di poter introdurre la vespa Samurai, sua nemica naturale proveniente dalla Cina; in questi casi sappiamo che la prudenza è d’obbligo e all’allungarsi dei tempi a livello nazionale abbiamo risposto finanziando con fondi regionali un progetto coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno anche del Servizio Fitosanitario Regionale, per l’individuazione di competitors biologici della cimice asiatica. Grazie a questo siamo stati in grado di effettuare già quest’anno i primi lanci di Anastatus, possibile antagonista naturale locale”.

È poi attiva l’attività di monitoraggio da parte del Servizio Fitosanitario Regionale, “sebbene si sappia perfettamente che la chimica non è risolutiva da nessun punto di vista, né pratico né agli occhi dei consumatori, andando a ledere la qualità intrinseca delle nostre produzioni bio e a lotta integrata”, ha commentato Caselli.

“A livello nazionale vorrei che la cimice asiatica fosse trattata con le stesse misure di aiuti che vengono riservati agli organismi di quarantena, nonostante questo parassita non sia inserito nella suddetta lista. Infine – ha concluso – a livello comunitario è mia intenzione sottoporre la questione in Areflh (l’Assemblea delle Regioni Europee Ortofrutticole di cui l’Assessore è presidente, ndr), perché ritengo sia nel suo stesso interesse che l’Europa si muova sul piano normativo e in termini di ricerca: anche se per ora è una piaga che riguarda solo Italia e Austria potrebbe presto toccare tutte le aree vocate del continente”.

Chiara Brandi

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