NEW FACTOR, FILIERA IN-NOCE CRESCE E PUNTA SU ECONOMIA CIRCOLARE

Con l’ingresso di nuovi cinque soci provenienti dal mondo di Agrintesa, arrivano a 19 le aziende riunite nell’accordo di filiera In-Noce che ruota intorno a New Factor che ne è capofila insieme, appunto, alla cooperativa Agrintesa. In totale adesso ci sono 250 ettari di cui 130 di New Factor e i restanti di Agrintesa ma gli areali sono in continuo ampliamento. L’obiettivo arrivare a 300 ettari nei prossimi cinque anni portando la produzione 1500 a 1800 tonnellate di noci.

Anche per questo, il piano industriale aziendale prevede di quadruplicare la linea di sgusciatura entro il 2021.

Il gruppo è già in odor di nuovi ingressi entro l’anno dato che due grandi realtà del ferrarese, secondo alcune indiscrezioni, starebbero guardando al settore della noce con molto interesse anche per la sua migliore redditività che molte produzioni locali, soprattutto le pere, stanno perdendo progressivamente. Intanto all’orizzonte si profilano anche importanti progetti di economia circolare per i quali l’azienda intende partecipare ai bandi green della regione di prossima uscita.

Sono alcune delle novità emerse nel corso della XV Giornata della Noce tenutasi questa mattina presso l’Azienda San Martino di Forlì, del Gruppo New Factor che ha messo in luce un grande fermento ed una crescente attenzione intorno a questa filiera.

Tra gli invitati all’evento anche Matteo Mazzoni, dell’omonimo gruppo che ha conversato a lungo durante la dimostrazione in campo della raccolta meccanizzata, con il responsabile tecnico dell’azienda San Martino, Cesare Bendandi.

“Per il momento stiamo solo cercando di capire come funzionano gli impianti – ci ha detto Mazzoni -. Servono investimenti importanti mentre noi siamo concentrati nel finalizzare i nostri obiettivi sui quali stiamo spingendo in particolare su pesche, nettarine, clementine, mele e kiwi. Stiamo rallentando sulle pere anche se, dato l’andamento della campagna di quest’anno, non siamo ancora in grado di fare delle valutazioni”.

Durante la Giornata della Noce si è tenuta la visita guidata alle prove agronomiche su noceti intensivi irrigui, realizzata nell’ambito del Progetto INNOVANOCE per l’Innovazione e l’efficientamento della filiera del noce da frutto nella Regione Emilia-Romagna del Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2014-2020 (isura 16.2.01 3). Il progetto persegue la razionalizzazione dell’irrigazione attraverso prove di campo finalizzate a valutare la risposta fisiologica e produttiva delle piante irrigando più o meno; inoltre si prpone di implementare un algoritmo per la gestione irrigua online sulla piattaforma IRRINET, la realizzazione della “Carta delle Terre del noce da frutto”, avviata nel 2017 e pronta ad essere pubblicata entro quest’anno, incentrata sulla vocazionalità dei terreni e l’analisi della catena produttiva per ottimizzare tutta la filiera.

“Oggi in Italia – ha spiegato Alessandro Annibali, amministratore delegato di New Factor e dell’Azienda Agricola San Martino –, fatto 100 il consumo di noci, il 20% è riguarda il prodotto sgusciato, l’80% quello in guscio. Nel mondo invece avviene il contrario. Tuttavia anche nel nostro Paese il trend si sta invertendo. Le previsioni sono, infatti, di una stabilità, se non addirittura un rallentamento del consumo di frutta in guscio, e di un grande balzo in avanti del prodotto sgusciato, Da qui  il progetto di implementazione delle linee di processo della sgusciatura con un centro specificatamente dedicato alla produzione di snack a base di frutta secca”.

In campo un piano di investimenti da 2 milioni di euro nei prossimi due anni di modo di quadruplicare la capacità lavorativa attuale a parità di metratura degli impianti.

Nello stabilimento 4.0 di New Factor vengono smallate, essiccate, calibrate e selezionate le noci verdi prodotte dalle aziende aderenti con tecniche all’avanguardia e moderni software che permettono un notevole risparmio di tempo nella lavorazione innalzando ulteriormente gli standard qualitativi. Fra questi ad esempio, controllo ottico della selezione, interconnessione con la rete web aziendale e teleassistenza in remoto, sistema elettronico di calibrazione con selezione qualitativa e merceologica del prodotto finito. La capacità produttiva, In una stagione normale per 45 giorni di raccolta, è di oltre 1500 tonnellate di noci in guscio secche (l’obiettivo è arrivare a 1.800).

“Una strada in salita quella della produzione di Noci italiane – ha affermato Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura, intervenuta all’evento – perché oltre a rappresentare un’alternativa interessate per gli agricoltori, nonostante richieda investimenti importanti e tempi di ammortizzazione lunghi, va a intercettare una domanda sempre crescente in Europa e a livello globale che attualmente viene soddisfatta solo parzialmente”.

Nel mondo le tonnellate prodotte nel 2018/2019 sono state 2.022.500 con una previsione di crescita, +11,7%, per questa campagna quando si stima di arrivare a 2.259.465 tonnellate. Paesi come il Cile hanno registrato veri e propri record quintuplicando la produzione ed arrivando a posizionarsi fra i maggiori produttori insieme a Cina, Usa, Iran, Ucraina e Francia.

L’Italia rappresenta l’1% della produzione mondiale, 15mila tonnellate prodotte (di cui 10mila nell’area Vesuviana), a fronte di un consumo di 55mila tonnellate, contro le 80mila tonnellate degli anni Sessanta e le oltre 40mila del 1980. Contemporaneamente le importazioni sono triplicate.

New Factor infine, sta accelerando anche sul fronte dell’economia circolare con due progetti innovativi. “Il primo – ci spiega Cesare Bendandi – punta ad arrivare a riciclare dal 50 al 75% dell’acqua usata negli impianti di lavaggio e di lavorazione”. Il secondo ce lo anticipa Annibali anche perché è ancora in uno stato embrionale e si basa sulla possibilità di reimpiegare le circa 600 tonnellate di gusci che avanzano ogni anno dopo la lavorazione.

“Stiamo pensando di riutilizzarli in nuovi cicli produttivi – chiarisce Annibali -, trasformandoli ad esempio in energia elettrica oppure conferendoli per la produzione di cosmetici (prodotti di scrubbing) oppure di vernici antiscivolo. Da questo punto di vista, si che il colorificio Sanmarinese che è specializzato nella produzione di vernici per la Formula Uno e per il Gran Premio di moto, ogni anno spende due milioni di euro per acquistare gli scarti di produzione di Swarovsky. I gusci di noce potrebbero essere usati in questo senso”. Di sicuro sarebbero più sostenibili.

Mariangela Latella

Nella foto di apertura: Alessandro Annibali e Simona Caselli durante la visita in campo di questa mattina

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