KIWI, TRA CALO DELLA PRODUZIONE E INCOGNITA CIMICE. PREOCCUPA LA GRECIA

Sarà una stagione con diverse incognite quella del kiwi italiano. Da una parte l’allarme della cimice asiatica, che desta sempre più preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Dall’altra lo spauracchio della Grecia, che anno dopo anno sta conquistando nuove aree di mercato grazie ad una politica aggressiva nelle esportazioni.

Sono alcuni dei temi emersi durante la conferenza organizzata dalla Camera di Commercio di Verona nella propria sede in cui Elisa Macchi, direttore del Cso Italy, ha diffuso i dati relativi alle stime di produzione e commercializzazione del kiwi, con una panoramica sul mercato italiano.

I volumi vedono un netto calo della varietà verde con un -10%, controbilanciato da un exploit del giallo (+16%) che portano il raccolto commercializzabile a 371.225 tonnellate complessive, cioè il 6% in meno rispetto al 2018. Lo stesso dicasi per le aree coltivate: il verde perde il 5%, le gialle aumentano del 12%, per 24.859 ettari complessivi, l’1% in meno rispetto allo scorso anno.

Le perdite maggiori di areali si registrano al nord: il Piemonte cala di 14 punti percentuali, il Veneto di 8 punti, l’Emilia Romagna di 4. Ma anche il Lazio, prima regione con oltre seimila ettari a dimora, cala del 6%. In controtendenza la Calabria con un +5%. Moria e batteriosi influenzano ancora le produzioni, senza contare la presenza della cimice asiatica, sempre più massiccia e devastante. Segnalati anche danni della grandine su alcuni areali.

Secondo Elisa Macchi del Cso di Ferrara “sicuramente non siamo di fronte a una situazione di eccedenza di produzione, bisogna porre attenzione alla Grecia che denota un livello elevato di produzione come quello dello scorso anno e il periodo di commercializzazione dei Paesi dell’Emisfero meridionale è più limitato. Per il Cile le spedizioni in Europa sono già terminate, mentre per la Nuova Zelanda, forte competitor del prodotto italiano, la fine della commercializzazione in Europa è prevista per metà novembre”.
Per fermare l’invasione della cimici si attende infine il via libera del ministero dell’Ambiente che deve emanare le linee guida per l’impiego della vespa samurai, nemica naturale dell’insetto.
Esperimenti in Emilia Romagna sui frutteti di pero hanno dimostrato che la chiusura degli impianti con le reti antigrandine già a fine maggio, con due trattamenti prima della chiusura e due dopo, ha un’efficacia del 93% rispetto alla coltura scoperta con una decina di trattamenti.

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