LIMITI AI FITOFARMACI, CONFAGRI FERRARA: “RISCHIANO DI PROVOCARE PIÙ DANNI DELLA CIMICE”

“Il nuovo Piano di azione ambientale provocherà più danni di quanti non ne stia arrecando la cimice asiatica”. È quanto afferma provocatoriamente il presidente di Confagricoltura Ferrara, Gianluca Vertuani (nella foto), in merito alle modifiche proposte al Pan per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, legate alla salute degli operatori e dei cittadini.

“Sembra proprio che ci si sia dimenticati del vero significato di un Piano d’azione – è il punto di vista di Vertuani – che dovrebbe essere finalizzato ad un uso sostenibile di strumenti tecnici, quali sono i fitofarmaci, senza perdere di vista la loro importanza e per il momento insostituibilità per l’agricoltura italiana, e non, come invece richiesto a viva voce dalle lobby ambientaliste e da alcuni rappresentanti del mondo del biologico, avere l’obiettivo di vietarne l’utilizzo, e questo perché la totale sostituzione dei fitofarmaci con altre tecniche di difesa non è al momento cosa possibile”.

Le proposte di modifica impongono un divieto di utilizzo dei fitofarmaci in una fascia di rispetto di 50 metri, oltre che dalle abitazioni, anche da strade e canali. “Per un’agricoltura come la nostra, che si sviluppa a ridosso appunto di questi elementi di paesaggio, sarebbe un grosso problema – spiega Vertuani – Pensiamo a tutta la frutticoltura, cioè pere, mele e pesche, ma anche al pomodoro, e a coltura come carote, fagiolini e piselli del Basso Ferrarese”.

Attualmente il sistema europeo di autorizzazione e controllo degli agrofarmaci è il più stringente al mondo e l’Italia dimostra di essere ancora più virtuosa in questo senso: il ministero della Salute attesta infatti che i residui non conformi ai limiti di legge sono inferiori all’1% rispetto a una media europea del 2,5%. “Ferrara, come tutta l’Emilia, è in linea se non al di sotto di questo dato, anche per la presenza di tanti Dop e Igp. Questi risultati – evidenzia il presidente di Confagricoltura – sono il frutto dell’impegno degli agricoltori, ma occorre anche ricordare che i fitofarmaci consentono un generale miglioramento della qualità e delle rese dei prodotti agricoli, in particolare di fronte alle nuove necessità causate dai cambiamenti climatici. Secondo la Fao, infatti, la produzione agricola mondiale calerebbe del 30% senza interventi di difesa, mentre stando ad un rapporto dell’Università Cattolica di Milano, la nostra agricoltura senza difese chimiche subirebbe una drastica riduzione della produzione, pari a -80% per il pomodoro da industria, -84% per il riso e -87% per il mais, con conseguente crollo del valore della produzione agricola, del fatturato delle industrie alimentari, dell’export, ed un notevole incremento delle importazioni”.

Secondo Confagricoltura gli agrofarmaci restano indispensabili e non sostituibili. “Il settore agricolo – conclude Vertuani – è da tempo impegnato a migliorare la qualità del lavoro e a garantire il rispetto della sostenibilità ambientale; una sostenibilità che però deve essere anche economica, se si vuole evitare che moltissime aziende chiudano o (per chi potrà permetterselo) delocalizzino all’estero, con gravissime ripercussioni anche di carattere sociale”.

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