CORRUZIONE ALL’ORTOMERCATO DI MILANO: TRE ARRESTI, AI DOMICILIARI L’EX DIRETTORE ZANI

Stefano Zani, ex direttore generale di Sogemi, la società di gestione dell’Ortomercato di Milano, è stato arrestato dalla Squadra mobile nell’ambito dell’inchiesta su una presunta corruzione all’interno del centro agroalimentare milanese. Per Zani sono stati disposti i domiciliari.
La società di cui era a capo fino al giugno scorso è controllata dal Comune e gestisce i mercati all’ingrosso di Milano, la realtà produttiva più grande d’Italia che ha un giro d’affari di due miliardi e mezzo di euro. Zani era già stato indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito dello stesso procedimento per una presunta tangente da 2mila euro consegnata da “una delle cooperative che gestiscono il facchinaggio all’interno dell’Ortomercato”.

Zani è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio commesso in continuazione. Ai domiciliari sono finiti anche gli altri due indagati nell’inchiesta milanese: Giorgio Gnoli e Vincenzo Manco. Il primo è l’amministratore della Ageas Impresa Consortile Lombarda srl, una delle società che si occupano di facchinaggio nell’Ortomercato; Manco è un dipendente della cooperativa, a cui viene contestata anche l’istigazione alla corruzione.

Secondo quanto emerge dal provvedimento firmato dal gip Carlo Ottone De Marchi, l’11 gennaio 2018 i due avrebbero tentato di convincere un ispettore dell’Ortomercato con offerte e promesse di denaro. Il dipendente ha però rifiutato e quattro mesi dopo ha ricevuto a casa un proiettile con un messaggio minatorio. Le indagini sono partite dalla sua denuncia, nel febbraio 2018, che ha consentito di svelare un sistema di corruzioni “radicato”.

Cene in ristoranti di lusso, viaggi, soldi, il restauro di un prezioso mobile antico, l’assunzione di un’amica in una cooperativa. Secondo le indagini sarebbero questi i favori offerti all’ex direttore generale di Sogemi.

“Zani e Gnoli avevano uno stretto rapporto d’amicizia e professionale – ha spiegato il capo della Squadra mobile, Marco Calì – In diverse occasioni, l’allora direttore di Sogemi è intervenuto per ridimensionare le sanzioni che colpivano la società di Gnoli, sorpresa dagli ispettori in difetto con la consegna mensile delle rendicontazioni contabili. Sanzioni che prevedono la sospensione dell’attività all’Ortomercato anche per 15 giorni, con multe da 2mila euro al giorno. Zani, intervenendo personalmente, tra le altre cose diminuiva i giorni di sospensione. I due si frequentavano spesso – ha continuato Calì – ma a un certo punto la loro vicinanza è diventata troppo evidente e così hanno iniziato a comunicare in modo criptato, con squilli e telefonate monosillabi”. Zani era già stato indagato nel gennaio scorso per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito dello stesso procedimento per una presunta tangente da 2mila euro consegnata il 25 ottobre 2018 da “una delle cooperative che gestiscono il facchinaggio all’interno dell’Ortomercato”.

“La società non è indagata, il procedimento è personale a carico del dottor Zani – spiega il presidente della Sogemi Cesare Ferrero -, stiamo collaborando da tempo in modo costruttivo con la questura e siamo profondamente dispiaciuti del fatto che ogni volta proviamo a fare un passo avanti per costruire una nuova immagine dell’Ortomercato ci siano situazioni che ci riportano indietro”.

Nel frattempo la società di gestione dell’Ortomercato sta cercando un nuovo direttore generale, attraverso un bando pubblicato lo scorso settembre. L’incarico prevede un contratto triennale da 160mila euro lordi l’anno oltre ad una variabile con tetto massimo al trenta per cento dello stipendio lordo. I colloqui con i candidati selezionati inizieranno nei prossimi giorni.

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