POST RACCOLTA DELLE PATATE, GLI OPERATORI TORNANO ALLA CARICA COL MIPAAF

Il mondo delle patate torna alla carica col Ministero dell’Agricoltura per sbloccare la vicenda dei gravi danni sulla conservazione e sul mantenimento delle patate dovuti sia alla mancata immissione in commercio di nuovi idonei principi fitosanitari sia alla mancata produzione di nuovi corroboranti di comprovata efficacia. La vicenda si trascina dal maggio scorso quando si venne a sapere dell’impossibilità di poter disporre dell’uso dell’olio di girasole come corroborante (leggi news).

Nell’estate 2019 , dopo un nulla di fatto con l’ex ministro Gian Marco Centinaio, le maggiori rappresentanze agricole (CIA Emilia Romagna, Confagricoltura, Coldiretti, Copagri, Confcooperative, Fruitimprese oltre ai consorzi portatori di interesse: Consorzio patata di Bologna D.O.P., Consorzio Patata Italiana di Qualità (Selenella) e AgriPat) inviarono al Ministero un documento che ottenne una risposta interlocutoria il 25 luglio. Alle perplessità del Crea il mondo pataticolo oppose le proprie controdeduzioni. Poi la caduta del governo e il passaggio di consegne tra ministri bloccò di nuovo il tutto. Il primo di ottobre scorso una delegazione del mondo pataticolo partecipò ad una riunione col Crea e rappresentanti dei ministeri agricolo, della Salute e dell’Ambiente in cui venne definita e scritta la bozza di Decreto Ministeriale, coerente con la normativa vigente e tale da immunizzare il vuoto normativo alla base di tutta la vicenda.

Da ottobre fino ad ora però nulla però si è mosso, nonostante ripetuti solleciti agli organi, competenti e non, “nell’intento di poter arrivare ad utilizzare il corroborante nei tempi più brevi e nei modi legali presupposti”, dice Matteo Todeschini, presidente Agripat. Ora il mondo delle patate torna alla carica con la ministra Teresa Bellanova per tutelare diverse produzioni d’eccellenza italiane, molte Dop e Igp tra cui la Patata di Bologna Dop e i prestigiosi marchi commerciali Selenella® e Iodì®, per un valore medio complessivo alla produzione stimabile in circa 270 milioni di euro. La richiesta è di poter disporre da subito di strumenti conservativi, quali il corroborante proposto all’olio di girasole, da somministrare in cella frigorifera chiusa, in modo da consentire una regolare destagionalizzazione e permettere alle aziende agricole ed agli operatori del settore corretti decumuli. (Red. Corr.)

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