CAMBIAMENTI CLIMATICI, FIORITURE ANTICIPATE NEL VERONESE. RISCHIO GELATE

Dai dati del servizio relativo ai cambiamenti climatici di Copernicus emerge che gennaio 2020 è stato il mese più caldo mai registrato dal 1880, anno in cui sono cominciati i moderni rilevamenti, battendo il primato di gennaio 2016 (+0,03 gradi). Una situazione che è effetto dei cambiamenti climatici e che sta provocando difficoltà all’agricoltura. E anche se la situazione non è come nelle campagne del Centro-Sud del Paese, dove già si registrano forti ripercussioni dovute alla siccità, c’è il timore che presto anche al Nord le temperature record e la mancanza di precipitazioni possano compromettere i raccolti di orticole invernali ma anche estive e di cereali.

“La bella stagione è in anticipo – sottolinea Francesca Aldegheri, referente per il settore frutticolo di Confagricoltura Verona -, tanto che si nota un grande movimento nelle piante e un ingrossamento delle gemme. Non c’è ancora una vera e propria fioritura, ma se le temperature continuassero su questi standard cominceremmo a preoccuparci. Pensiamo a ciliegie, peschi e albicocche, che rischierebbero grosso in caso di gelate. Già un grado sottozero può portare grossi danni, bruciando i fiori e di conseguenza riducendo le produzioni. Di solito il rischio gelate dura fino ad aprile. Perciò c’è da sperare che si torni a temperature più consone per febbraio. La carenza di freddo può causare anche un blocco nello sviluppo delle piante da frutto. L’anno scorso alcune gemme del kiwi non sono partite perché non hanno avuto il necessario apporto di freddo. Si ritiene quindi che il germogliamento a macchia di leopardo sia stato causato dal clima mite”.

E se a preoccupare in questo momento è la carenza di piogge, a causare qualche grattacapo per i seminativi è stato invece l’eccesso di acquazzoni nel novembre scorso. “Molti agricoltori, nel Basso Veronese, non hanno potuto seminare il frumento in quanto i terreni erano troppo bagnati e, essendo molto pesanti, non sono riusciti ad asciugarsi in tempo – spiega Filippo Sussi, presidente del settore seminativi di Confagricoltura Verona -. Perciò c’è chi quest’anno, non potendo coltivare il grano, si butterà su mais e soia. Per il frumento duro e tenero che è già stato seminato ora bisogna che non faccia troppo caldo e che faccia qualche pioggia, evitando che si piombi nella siccità vera e propria che causerebbe gravi danni”.

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