ESSELUNGA VALE 6,1 MILIARDI. SI VA VERSO L’INTESA TRA GLI EREDI CAPROTTI

Esselunga, il gigante italiano della grande distribuzione fondato 60 anni fa da Bernardo Caprotti vale 6,1 miliardi di euro. È questa la cifra stabilita dal lodo del collegio arbitrale presieduto da Enrico Laghi, emersa dopo 14 mesi di analisi, due diligence e approfondimenti da parte di almeno una decina tra banche, consulenti e studi legali. È un documento di oltre 200 pagine ed è anche un punto di arrivo atteso per definire le condizioni economiche che fissano i valori ai quali Marina e Giuliana Albera, socie con il 70%, possono procedere all’acquisto del 30% ancora in portafoglio ai fratelli Giuseppe e Violetta Caprotti. E che potrebbe porre fine alla controversia fra i due rami familiari, come sottolinea in un articolo il Corriere della Sera.

La decisione degli arbitri non è però stata presa all’unanimità bensì a maggioranza. Si sono trovati cioè d’accordo lo stesso Laghi e Mario Cattaneo, che era stato indicato dai fratelli Giuseppe e Violetta. Diversa la valutazione di Gualtiero Brugger, ordinario dell’Università Bocconi, nominato dalle azioniste di maggioranza, che aveva individuato un valore tra 4,3 e 4,8 miliardi.

La cifra di 6,1 miliardi si colloca quindi nella parte più alta della forchetta, leggermente sopra la media e quindi più vicino alle valutazioni di Violetta e Giuseppe. Che, se tutto andrà come previsto venderanno a Marina e Giuliana complessivamente il 30% della capogruppo Supermarkets italiani (controlla il 100% di Esselunga) incassando 1,83 miliardi, cioè 915 milioni a testa (ciascuno ha il 15%).

La decisione degli arbitri sarà sottoposta all’esame del consiglio di amministrazione di Esselunga già convocato per oggi. Si tratta di un passaggio di rilievo perché il board dovrà valutare le strade percorribili sul piano finanziario per sostenere l’acquisto della quota di minoranza. Quanto all’eventualità di un’impugnazione del lodo, spetterà nel caso a Marina e alla madre.

Il lodo è la conclusione di un percorso tracciato a giugno del 2017 quando i due rami familiari hanno firmato un accordo per arrivare all’attuale assetto azionario. Prevedeva come secondo passo la quotazione in Borsa di Esselunga. Marina e Giuliana hanno scelto la seconda strada, cioè l’esercizio dell’opzione call per comprare le quote di Violetta e Giuseppe. Il percorso prevedeva la nomina di tre arbitri per stabilire il prezzo d’acquisto sulla base del bilancio del 2016.

Se tutto andrà come previsto, la figlia più giovane dell’imprenditore scomparso nel 2016 e che del gruppo è già la vicepresidente, e la madre Giuliana diventeranno socie al 100% del gruppo arrivato a 8,1 miliardi di ricavi, 24 mila dipendenti e 159 supermercati, impegnato a mantenere un elevato ritmo di crescita.

(fonte: Corriere della Sera)

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