SALVATORE BUA (LA DELIZIOSA): SARA’ UN’OTTIMA STAGIONE PER IL FICO D’INDIA

Un inverno mite, cui è seguita l’assenza di giornate particolarmente calde nei mesi primaverili. Il clima asciutto degli ultimi mesi. Sono fattori che hanno favorito, quest’anno, lo sviluppo in Sicilia di bacche di fico d’India vigorose, premessa di una campagna di produzione all’insegna della qualità.  La stagione inizierà nei primissimi giorni di agosto, con la varietà primo fiore e procederà poi con la varietà secondo fiore da settembre fino a novembre.

Del Fico d’india dell’Etna DOP, calato nello scenario del comparto ortofrutticolo siciliano, parliamo con Salvatore Bua, direttore commerciale di La Deliziosa di Biancavilla, una storia di impegno lunga tre generazioni, di dedizione familiare e sfide coraggiose.

Come la scelta rivelatasi vincente di dedicarsi, per primi, alla valorizzazione su vasta scala del fico d’India, nelle tre varietà gialla (o Sulfarina) la più diffusa; rossa (o Sanguigna) popolare e apprezzata, e bianca (o Muscaredda) la più pregiata.

La valorizzazione è avvenuta anche attraverso la promozione di un brand, Sicilio, che identificasse la genuinità e l’elevata qualità del frutto coltivato alle pendici dell’Etna, dove nasce naturalmente.

La Deliziosa nasce nel 1988 come cooperativa, dalla volontà imprenditoriale della famiglia Bua di sviluppare con cura e qualità i prodotti tipici del territorio siciliano. Si è poi trasformata in Organizzazione di Produttori ed è tuttora gestita dai Bua.

– La stagione ha come premessa una pratica di potatura specifica per il fico d’India, la scozzolatura. Com’è andata?
“La scozzolatura viene effettuata, nei lotti selezionati, già nella prima decade di maggio, e si protrae fino a fine giugno. La scelta dei lotti da scozzolare e la scelta del periodo è frutto di una selezione che dipende da fattori quali l’esposizione solare, l’età dell’impianto e l’andamento climatico. Il fico d’India  è una pianta vigorosa soprattutto nella prima fase della fioritura. Il diradamento diventa una tecnica necessaria per avere frutti agostani di qualità. Non esistendo vivaismo, negli anni abbiamo selezionato le varietà migliori per auto propagazione, individuando le cultivar che meglio si prestano ai nostri terreni vulcanici. Ad oggi abbiamo le nostre piante madri, da cui ricaviamo tutte le talee necessarie per il rinnovo degli impianti esistenti e la creazione di nuovi. Le premesse, quest’anno, sono buone”.

– Come è stato il trend dei consumi negli ultimi anni?
“Si è registrato un aumento sempre maggiore dei consumi, caratterizzato da un interesse crescente della grande distribuzione nazionale ed estera nei confronti del fico d’India. Ciò ha consentito di aggiungere ai consumatori abituali quelli potenziali, che non conoscevano il frutto. La presenza sui banchi della GDO, in tutta la durata della stagione, ovvero da agosto a novembre, ha fatto percepire il fico d’India non più come frutto marginale, ma lo ha elevato ad un livello più alto, ovvero come un frutto simbolo dell’estate”.

– Come procede il Progetto Sicilio?
“Il progetto Sicilio è pronto ad entrare nella sua seconda fase. La prima ha visto la creazione del brand e il suo ingresso sul mercato. Dati gli ottimi feedback ricevuti, siamo ottimisti nell’affrontare la seconda fase che vede l’implementazione di attività importanti di comunicazione su larga scala”.

– Che riscontro avete avuto dalle promozioni in-store, creando angoli dedicati nei punti vendita?
“Le promozioni in store, svolte su vasta scala nelle principali insegne della distribuzione organizzata italiana, hanno sortito ottimi risultati. Questo ci ha permesso di coinvolgere, con un primo assaggio, il consumatore che non ha mai mangiato il prodotto. Ci ha permesso di ricevere tanti feedback diretti da parte del consumatore”.

– Quali ritiene siano i motivi che rendono il fico d’India meritevole di essere conosciuto e apprezzato anche da chi ancora non lo conosce?
“Il fico d’India è un vero toccasana per salute. Si posiziona certamente nel segmento salutare, dove incontra un vasto numero di consumatori potenziali sempre più attenti a questa tematica. Ulteriore tema focale è quello della sicurezza alimentare, il fico d’India è un frutto a bassissimo residuo. Infatti, è praticamente esente da trattamenti alla produzione e nel post-raccolta. Si tratta di una produzione che impatta pochissimo sull’ambiente”.

– A proposito di impatto ambientale, quali confezioni vengono utilizzate? 
“Il nostro ficodindia viene commercializzato sia sfuso che confezionato. Con gli anni abbiamo allargato notevolmente la gamma delle referenze offerte, con particolare attenzione al trend della sostenibilità ambientale, preferendo cassette dai circuiti riutilizzabili e confezioni mono-materiali, se ci riferiamo al confezionato”.

– La GDO a quanto vende generalmente al chilo il prodotto? 
“Il nostro focus, come organizzazione di produttori, è rivolto alla produzione e allo sviluppo del nostro territorio. I prezzi di vendita, anno dopo anno, sono pressoché costanti, e sono in grado di garantire una giusta remunerazione ai nostri produttori. Ma non c’è sviluppo senza un giusto prezzo al consumatore finale”.

– Come ha impattato sulla vostra attività l’emergenza Covid-19 e come vede le prospettive commerciali?
“Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da continue oscillazioni delle vendite, con un trend tuttavia positivo. Per i mesi a venire ci aspettiamo una stabilizzazione del mercato, con il fico d’India che proseguirà il suo trend in linea con le stagioni passate”.

– State portando avanti l’iniziativa di rendere commestibili anche le pale (le foglie grasse) del fico d’india. Ci sono novità al riguardo?
“Si, è uno dei progetti ambiziosi su cui stiamo lavorando. La pala di fico d’India, chiamata anche Nopal, è un vero toccasana per la salute, poiché ricca di fosforo, sodio, potassio, fibre, vitamine dei gruppi A, B, C e K, clorofilla, proteine. Aiuta, inoltre, il corretto funzionamento del sistema immunitario, digerente, nervoso e respiratorio. Non possiamo anticipare, per il momento, tempi e modalità di questo progetto ma, come dicevo, ci stiano lavorando”.

– Quali altre iniziative ha in cantiere l’OP La Deliziosa per il prossimo futuro?
“Dal Fico D’India dell’Etna DOP alle Arance Rosse di Sicilia IGP, alla Pera Coscia dell’Etna, alle Pesche di Leonforte IGP e di Bivona IGP, al pomodoro di Pachino IGP, la nostra organizzazione di produttori si pone l’obiettivo di portare le eccellenze siciliane ad un pubblico di consumatori sempre più vasto. Per raggiungere quest’obiettivo controlliamo l’intera filiera per garantire il massimo della qualità. Tutte le produzioni sono ottenute nel rispetto di un rigoroso disciplinare di produzione interno sulla tracciabilità e qualità delle produzioni e nel rispetto delle norme di agricoltura integrata. Sempre più attenzione è rivolta al tema della sostenibilità: gestire la filiera ci permette di ottimizzare le pratiche per raggiungere un bassissimo impatto ambientale”.

– Come vede il futuro del comparto ortofrutticolo siciliano?
“Credo che lo sviluppo del comparto ortofrutticolo siciliano debba fondarsi su quattro capisaldi: l’aggregazione, la qualità come elemento essenziale delle produzioni, lo sviluppo delle nicchie di eccellenza e la territorialità. Questa deve essere valorizzata come brand che accomuna tutte le produzioni in grado di emergere in un mercato sempre più globale e competitivo”.

Stefania Tessari

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