MALTEMPO, NEL VERONESE È ALLARME ASSICURAZIONI

Sos assicurazioni per gli agricoltori veronesi. Sembra infatti che ci sia il pericolo che non ci siano più compagnie disponibili ad assicurare le produzioni delle campagne flagellate dal maltempo. Questo è uno dei dati più inquietanti che stanno emergendo dopo il sabato nero dell’agricoltura della provincia veneta. A parlarne, a L’Arena, è Michele Marani (nella foto), il direttore del consorzio per le assicurazioni agevolate nel primario.

“L’anno scorso nel Veronese – dove il 50 per cento delle aziende agricole è assicurato – sono stati pagati danni per 54 milioni di euro e quest’anno è probabile che la cifra aumenti”, premette Marani al quotidiano scaligero. A suo avviso, quelli che solo qualche anno fa erano eventi eccezionali, adesso sono diventati la normalità.

“Per questo”, precisa, “il timore che non ci siano assicurazioni disponibili a stipulare polizze sulle nostre coltivazioni è reale”. “Già quest’anno”, spiega Marani, “c’è stata una grossa compagnia che ha deciso di non assicurare più le coltivazioni nel Veronese”.”Sono davvero tanti gli agricoltori che stanno presentando denuncia per i danni subiti”, aggiunge Coldiretti Verona.”I numeri aumentano di ora in ora”, spiegano i tecnici dell’associazione, secondo i quali mettendo assieme i problemi agli impianti con le perdite di produzione di uva, kiwi e seminativi, si arriva a contare perdite per varie decine di milioni di euro. Queste perdite vanno a sommarsi con quelle dell’ordine di milioni di euro, sei solo per le uve del Valpolicella, subite dalle aziende solo 10 giorni fa.

“Siamo in presenza di un cambiamento radicale negli eventi atmosferici, che sono sempre più concentrati e sempre più dannosi, per cui non è un caso che ogni volta che si verifica un fortunale ci siano danni a macchia di leopardo”, afferma Andrea Lavagnoli, il presidente della sezione veronese di Cia.”Anche sabato”, aggiunge, “è stata colpita tutta la provincia e oltre alle perdite per quanto riguarda le coltivazioni, si sono verificati così tanti danni strutturali come mai abbiamo visto in passato, con reti antigrandine abbattute, tunnel divelti e capannoni scoperchiati”.Anche Lavagnoli parla delle polizze. “Sono pochissime le assicurazioni che sono in grado di dare garanzie assicurative, se non con franchigie estremamente alte o con premi molto elevati, per quanto riguarda gli impianti non fissi”, afferma. E aggiunge: “Bisogna rivedere i parametri per i risarcimenti perché, oltre alla produzione, è ora necessario coprire anche i danni strutturali”.”Le grandinate le abbiamo sempre subite e io stesso ne ricordo alcune, di trent’anni fa, molto più estese rispetto a quelle di oggi, ma adesso sono più localizzate e molto più violente”, aggiunge Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona.

“Le assicurazioni continueranno a stipulare polizze con gli agricoltori, ma cambieranno il metodo di calcolo per i pagamenti in base al coefficiente di rischio e siccome le tabelle si basano sugli eventi meteo degli ultimi anni, le polizze saranno sempre più alte”, aggiunge. Ferrarese chiede che si ricorra ad altre forme di tutela del reddito degli agricoltori, come i fondi mutualistici che prevedono risarcimenti per perdite superiori al 30 per cento ed il cui costo è in parte a carico dello Stato.

(fonte: L’Arena)

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