CONAD, AL VIA UN NUOVO FORMAT PER L’IPER DEL FUTURO: LA GALLERIA

Come ti cambio il centro commerciale? Nuovo Format e, dal prossimo anno, via libera all’e-commerce che punta al 5% del fatturato.

Per Francesco Pugliese, ad di Conad, che sta navigando il gruppo in piena fase di ristrutturazione del canale retail, post Covid, “se prima l’attrattività di un centro commerciale era il settore alimentare, adesso è la galleria”.

“Basti pensare che i negozi extra-alimentari – precisa Pugliese, presente all’inaugurazione dell’innovativo ‘Spazio Conad’ di Vimodrone (Milano) che rappresenta per il gruppo, il concept dell’Iper del futuro – sono quelli che pagano l’affitto degli spazi almeno 5 volte di più rispetto a quelli non alimentari. Una proporzione che oggi è insostenibile soprattutto in un’area economica depressa come può essere la periferia delle città. E poi gli iper si riprenderanno perché la volata dei negozi di prossimità è stata un fuoco di paglia dettato dall’emergenza Covid. Ma bisogna farsi trovare pronti”.

Dopo i primi sei prototipi, altri cinque oltre a quello di Vimodrone, che saranno inauguranti entro la fine del 2020, l’idea è quella di applicare il modello a tutti e 70 gli Iper del Gruppo.

“Per questo abbiamo scelto territori diversi per ognuno dei sei prototipi – piega Pugliese -. Ci devono consentire, nel tempo, di fare adattamenti dove vanno fatti, in base ai territori, e arrivare, alla fine del percorso, ad avere un modello standardizzato”.

Secondo Pugliese, la crisi delle grandi strutture deriva dal fatto che se n’è abusato ma occorre fare dei distinguo perché ci sono anche grandi strutture che stanno andando bene come, ad esempio, quello Porta di Roma che ha la più alta frequentazione d’Italia.

“Nessuno dice – chiosa Pugliese – che avevano dichiarato morta la prossimità mentre adesso sta avendo una ripresa. I pesi dei canali nella Gdo possono essere differenziati ma c’è un elemento sostanziale che abbiamo modificato arrivando al concept di Vimodrone. Ossia la maggiore attratività della galleria perché noi non compriamo solo assortimento, prezzo, prodotti ma esperienza fatta di odori, sapori, tatto, udito, parola che creano relazione. Un fattore questo su cui l’e-commerce non potrà mai vincere soprattutto sul mondo dei freschissimi”.

L’Operazione Auchan si è rivelata più complicata del previsto, non solo per l’intervento dell’Antitrust, ma anche perché, spiega Pugliese: “quando siamo entrati dentro, ci siamo resi conto che la situazione economica era peggiore di quella che avevamo immaginato. Volevamo fare un’operazione da completare in tre anni, ma stanti le cose, abbiamo dovuto accelerare a uno. E la completeremo entro il 2020 nonostante il Covid con la fine del passaggio dei punti vendita entro il 20 settembre”.

Dei 190 negozi acquisiti, cica 120 sono quelli che si stanno dismettendo per disposizione dell’Antitrust. “Oltre a questo abbiamo problemi con 4 negozi – afferma Pugliese – che dovranno essere chiusi perché non sono economicamente sostenibili”.

La crisi causata dal Covid riversa i suoi effetti sui consumi per una peculiarità tutta sua che la differenzia dalla quella del 2008. Quella attuale è una crisi cosiddetta verticale, che colpisce a fondo singoli settori e strati sociali. “Abbiamo 1,5 milioni di posti di lavoro a termine che scadono a novembre – segnala Pugliese-, con i lavoratori in cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti, la crisi annunciata perché i consumi si attivano solo se ci sono serenità e soldi e i soldi li portano le imprese che lavorano”.

Secondo Pugliese, la crescita dei negozi di prossimità è destinata ad arenarsi, finita la fase pandemica, perché, dice senza mezzi termini: “Se i negozi fanno schifo – e fanno schifo la gran parte di quelli di prossimità, inclusi i nostri ma forse sono meglio di altri – la gente non ci va. Senza considerare che hanno affitti altissimi legati a situazioni di mercato che risalgono ancora agli anni ’80 e ’90, tempi in cui si facevano soldi a go-go. Ora la cuccagna è finita”.

In pratica sta alla Gdo il lavoro di costruire nel piccolissimo dettaglio abbassando i costi e recuperare in profittabilità.

“Oggi – continua come un fiume in piena Pugliese – nelle prime 10 performance del mercato retail, ci sono otto discount e due sono catene che hanno supermercati fortemente influenzate da una canalizzazione di prossimità. Ma si tratta di aziende che la concorrenza, fino a ieri, manco le prendeva in considerazione. La prova è che dai picchi del +70% in tempi di lock-down, che è un fatto straordinario, hanno già iniziato la discesa e a fine anno non arriveranno neanche al 40%”.

Fari puntati sulla valorizzazione delle filiere agricole di cui Conad vuole fare un fiore all’occhiello anche attraverso la giusta remunerazione al produttore. “Altrimenti – precisa – si rischia di erigere muri anziché costruire ponti. Apprezzo la capacità di intervento veloce del governo francese. Questo serve se si vuole dare una scossa ad una crisi di tipo verticale. In Italia, per contro, sapevamo che scuole avevano il problema della riapertura sin da marzo eppure siamo arrivati alla settimana prima della riapertura senza sapere ancora come dobbiamo muoverci. Uno degli interventi su cui l’Italia si è mossa è stato l’abbattimento del costo del lavoro con incentivi per le assunzioni ma le imprese non possono attingervi perché l’imprenditore non assume se non ha crescita di fatturato. In questo modo gli incentivi andranno alle imprese che vanno bene e che per definizione non hanno bisogno di incentivi. Un paradosso”.

Pronto al via, dal 2021, lo sviluppo dell’e-commerce per arrivare al 5% del fatturato (a Milano al 10%) e, allo studio, anche l’apertura di dark store per potere offrire il servizio di click and collect in aggiunta all’home delivery. “Se ne parlerà nei prossimi mesi. Sarà un altro canale di vendita che proporremo ai clienti come servizio ulteriore. Il punto sarà trovare il giusto equilibrio dei costi soprattutto sul fronte logistico altrimenti si tratta di un canale in perdita secca. Per la digitalizzazione dell’offerta stiamo pensando ad una piattaforma che metterà insieme più partner su questa dimensione”.

Tra i prossimi obiettivi, l’apertura a Milano di un ufficio extra alimentare dove far convergere tutto il personale Auchan acquisito proveniente da questo settore.

Mariangela Latella

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