Piccola, bruttina, acidula ma nello tesso tempo profumata, succosa e con un tocco piuttosto speciale di autentica naturalezza nel gusto. Una mela particolare, fuor di dubbio, la Annurca, che ricorda le mele antiche, precedenti al grande lavoro di rinnovamento varietale in corso da parecchi anni e completamente fuori dall’odierno e battente marketing-time.

Come questa mela meridionale, conosciuta in origine solo in Campania e dintorni, sia diventata un fenomeno nazionale sa di miracolo: a Milano non la voleva nessuno, poi un giorno, così per prova vista l’insistenza del produttore-venditore salito con il camioncino dal Napoletano, Esselunga ne ha esposto un paio di cassette ed è andata a ruba. Da allora, passo passo – anche perché la produzione è limitata rispetto alle varietà più note – ha preso con sempre maggiore successo la via del Nord e in queste settimane i punti vendita della GDO se la contendono. Come per le ciliegie, si potrebbe dire che un’Annurca tira l’altra.

LA VALUTAZIONE. Prodotti di scarsa qualità o di tracciabilità incerta non sono presi in considerazione. La valutazione da 1 a 5 ha il seguente significato: valutazione 1 significa che il prodotto è giudicato di qualità complessiva sufficiente; valutazione 2 qualità complessiva più che sufficiente; valutazione 3 qualità complessiva buona; valutazione 4 qualità complessiva ottima; valutazione 5 qualità complessiva eccellente. Per qualità complessiva si intende la somma dei fattori della qualità intrinseca (caratteristiche organolettiche, gusto, sapore, salubrità) e della qualità estrinseca (filiera garantita, imballaggio compostabile, chiarezza dell’etichetta, altro).