ORTOROMI PRONTA ALLO SBARCO IN CINA CON GLI ESTRATTI DI V GAMMA

Ortoromi va in Cina. Potrebbe iniziare già dal 2021 l’inizio dell’export degli estratti vegetali di V Gamma verso il colosso asiatico. Le pratiche burocratiche per superare le barriere fitosanitarie  e i controlli doganali dell’agenzia cinese per la food safety, sono iniziate da tempo e grazie al supporto di Irecoop, ente di Confcooperative, l’azienda veneta avrebbe individuato, e non da ieri, un importatore cinese quale potenziale partner commerciale.
“Le trattative – spiega Rino Bovo, uno dei fondatori dell’azienda veneta di IV Gamma – sono iniziate circa un anno fa ma, anche a causa del Covid, hanno subìto un rallentamento. Non è escluso che riprendano dopo la fine della pandemia”.
In realtà l’export di Ortoromi verso la Cina è un capitolo che rientra nel piano triennale dell’azienda 2021-2023, forse anche con l’intento di recuperare il gap di export che si è letteralmente dimezzato per colpa del Covid, passando dal 10% del fatturato al 5%.
Dopo la scalata del ranking italiano che la vede, tra le marche del produttore, seconda solo a Bonduelle, ed un anno pandemico in cui ha tenuto botta alla grande, come si evince dal “punto della situazione” pubblicato recentemente dall’azienda sul suo sito, un passo molto significativo sarebbe proprio quello di aprire una breccia nelle barriere fitosanitarie cinesi per prodotti che allo stato attuale non sono presenti nei dossier dei negoziati blaterali Italia-Cina.
“Abbiamo sì avviato dei contatti di tipo commerciale – conferma il direttore di Ortoromi, Cristiano Detratti – e stiamo cercando di aprire un canale di modo che il prodotto che vogliamo esportare possa essere codificato e quindi passare il primo step doganale. Al momento comunque siamo in una situazione di attesa. Consideri che serve circa un anno e mezzo perché il nostro prodotto possa essere ammesso in territorio cinese”.
In realtà l’attività negoziale portata avanti da Ortoromi, di fatto inaugura una strada sino ad ora poco esplorata dalle aziende esportatrici italiane, in perenne attesa di progressi negli accordi bilaterali ufficiali, svolti a livello ministeriale, accordi che per alcune merceologie sono di là da venire. Allora perché non provarci? Non era forse veneto anche Marco Polo?
Nel caso specifico si tratta di un negoziato su un prodotto singolo, per l’esattezza gli estratti vegetali di Ortoromi che, avendo una shelf life di 50 giorni, ben si adatterebbero a diverse modalità di trasporto verso l’Asia.
L’interlocutore cinese di Ortoromi sarebbe un importante intermediario che opera nel canale horeca e in particolare in quello dell’hotellerie di lusso cinese, come la stessa azienda conferma.
Mariangela Latella
(fonte: Freshcutnews.it)

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