DANNI ALL’AGRICOLTURA CAUSATI DAI CINGHIALI, IN BASILICATA AL VIA IL PIANO DI ABBATTIMENTO

La Basilicata si appresta ad abbattere 5.600 cinghiali. Un piano distruttivo per la conservazione della specie, nonostante gli ingenti danni specie in agricoltura che ognuno di questi animali dal quintale e più di massa corporea ha già arrecato in ogni territorio lucano.

Il piano varato dalla giunta regionale gode del plauso degli agricoltori (che lamentano come i 120mila capi di questi ungulati presenti in regione devastino i loro campi). Un colpo inferto all’etica e anche al legislatore che proprio a favore degli animali profilava da diverso tempo, ormai, una tutela senza riserve anche con la previsione di reati specifici e pene severe nei confronti di chi dovesse arrecare un male agli amici a quattro zampe, tutti compresi, anche i cinghiali.

In una regione in controtendenza su molti fronti, arriva così, atteso dagli agricoltori e non solo, il “Piano di abbattimento selettivo e controllo della specie cinghiale” definito con la supervisione dell’Ispra che prevede di prelevare (leggi abbattere) 5.600 capi adulti in un triennio in modo da frenare la vertiginosa crescita della specie che, diversamente, rischierebbe nel breve termine di superare il numero degli esseri umani presenti in regione.

Le attività di prelievo selettivo dei cinghiali potranno essere svolte, per l’anno 2021, tutti i giorni della settimana ad eccezione del lunedì, martedì, venerdì, prelevando i capi secondo una ripartizione ben precisa; il piano prevede altresì la possibilità del prelievo di urgenza o su chiamata. L’obiettivo è anche quello di ridurre il conto che la Regione è chiamata a pagare per l’attività di queste bestie e col piano si mira a ridurre di almeno il 30 per cento le richieste dei danni causati alle colture agricole. E, anche per questo, viene prevista anche la possibilità da parte di chi detiene fondi agricoli e sia munito di licenza di caccia di essere “arruolato” nella guerra al cinghiale, previa richiesta di autorizzazione.

“La Regione – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Fanelli – continua a mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per fronteggiare la costante espansione numerica dei cinghiali, che come è noto determinano risvolti di natura biologica ma anche economica e sociale. Oltre a causare danni diretti e indiretti alle colture agricole e forestali, la presenza dei cinghiali nelle vicinanze dei centri abitati desta preoccupazione e allarmismo nei cittadini, mettendo a rischio l’incolumità delle persone per gli incidenti stradali causati dall’improvviso attraversamento degli esemplari di questa specie sulle strade”. Per la Coldiretti sarebbe “un buon di partenza anche se molto ancora rimane da fare”.

Maria Ida Settembrino

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