ZAFFERANO IN CRISI PER CAMBIAMENTI CLIMATICI E CONTRAFFAZIONI

Il mercato dello zafferano mondiale è in crisi a causa del cambiamento climatico e delle falsificazioni a basso costo del prodotto che rendono sempre più oneroso per gli agricoltori dell’Iran, principale produttore mondiale, coltivare questa pregiata spezia.

L’Iran produce il 90% dei volumi globali di zafferano pari a complessive 450 tonnellate su 129mila ettari sparsi in tutta la Nazione mediorientale (dati 2019), la metà dei quali vengono esportati verso la Spagna.

L’areale produttivo più importante è la provincia di Khorasan Razavi che, da sola, realizza l’80% dei volumi nazionali annui del Paese.

Tuttavia, a causa del cambio climatico, del caldo eccessivo o delle intense piogge durante il lungo ciclo produttivo, quest’anno si sta assistendo ad un calo della produzione che oscilla tra il 25 ed il 30% con ritardi di raccolta anche fino a 30 giorni con la conseguenza che molti gricoltori stanno abbandonando questa coltura.

“Ad esempio, Gonabad e Torbat Heydariyeh nella provincia di Khorasan Razavi – ci spiega Hadi Narimani, amministratore delegato dell’azienda iraniana di produzione e esportazione di questa pregiata spezia Aria Lotus Atlas con sede a Tabriz – sono due città dove i cambiamenti climatici hanno causato effetti negativi sulla produzione di zafferano. La combinazione di fluttuazioni di temperatura nella stagione di semina e raccolta, precipitazioni ridotte, freddo insolito e gelo a fine novembre, che coincide con il periodo di fioritura delle piante, hanno causato una riduzione dal 25% al 30% della produzione di zafferano in quelle città. L’insieme delle condizioni che si sono create tra il 2019 e il 2020, come l’aumento del costo della produzione di zafferano per gli agricoltori, che è decuplicato nell’ultimo decennio mentre il prezzo di vendita, per contro, è cresciuto di sole quattro volte nello stesso periodo , in generale, l’andamento del mercato dello zafferano, hanno causato non solo lo stop alle nuove coltivazioni in questa provincia, ma anche l’abbandono della coltura da parte delle aziende agricole radicate sul territorio che non hanno rinnovato i trapianti”.

Lo zafferano è una pianta sensibile. Viene, solitamente, raccolto in ottobre. In inverno la pianta ricomincia il processo di crescita con le nuove foglie. Intorno ad aprile lo zafferano inizia il processo di fioritura e la temperatura ideale è di 23-27 gradi centigradi. Dopodiché lo zafferano va a riposo estivo per circa 40 giorni. Due settimane dopo il riposo estivo, inizia il processo di fioritura con la progressiva riduzione della temperatura autunnale (da 15 a 17 gradi). In questo periodo, il cambiamento climatico può causare piogge inaspettate che danneggiano il prodotto o determinare eccessivi sbalzi di temperatura che possono stressare la pianta influenzandone in maniera molto forte il processo di crescita.

Temperature particolarmente elevate possono causare una riduzione della fioritura e ritardare il tempo di raccolta di circa 30 giorni.

Negli ultimi anni l’Afghanistan e l’India hanno iniziato a produrre zafferano, ma la quantità della loro produzione non ha effetti evidenti sui mercati internazionali.

Lo zafferano iraniano è tradizionalmente noto per la sua qualità e il rigoroso monitoraggio del governo sulla qualità dello prodotto esportato ha aiutato i mercati internazionali a preferire lo zafferano iraniano agli altri.

“Solo da un terzo a un quarto dello stigma dello zafferano – afferma Narimani – ha il colore rosso e la maggior parte dell’aroma e della sapore dello zafferano viene da quella piccola parte del fiore. Il resto dello stigma è bianco o giallo chiaro e non ha alcun valore di mercato. I falsificatori della spezia commercializzano questa parte incolore dello stigma e la esportano partendo dall’Iran, passando per l’Afghanistan e arrivando in India e Cina. In quest’ultimo Paese, addirittura, i falsi produttori di zafferano, dipingono di rosso dei fili bianchi riuscendo a produrre questa spezia sia in falsi stigmi che in polvere. Tutti prodotti che vengono venduti a prezzi stracciati specie sul canale online, anche attraverso i portali di importanti aziende cinesi del settore dell’e-commerce”.

Mariangela Latella

(foto credit: IRNA)

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