FRAGOLE, I TREND DI COLTIVAZIONE IN BASILICATA

La fragola, un tempo additata come frutto con residui chimici che venivano puntualmente rilevati fuori norma, è oggi una coltivazione che, se gestita razionalmente e coltivata in ambienti vocati, consente di ottenere produzioni salubri e con bassissimi residui, assolutamente in linea con le normative e certificati.

Questo grazie anche alla disponibilità di prodotti fitosanitari con ottimo profilo tossicologico ed al consolidarsi delle tecniche di gestione integrata e biologica delle avversità della coltura.
Come vengono coltivate le fragole nel Metapontino? L’ALSIA di Basilicata ci offre in esclusiva un proprio prezioso contributo.
In Basilicata la fragola è coltivata esclusivamente in coltura protetta, in serre tunnel che a volte vengono utilizzate per più di un ciclo colturale e più spesso alternano la fragola con altre ortive, come il peperone. Da diversi anni si è affermata la cultivar Sabrosa, che nello scorso anno copriva oltre l’80 percento della superfice investita, anche se stanno emergendo altre cultivar che danno apprezzabili risultati produttivi nel microclima della pianura marina del Metapontino, dove si concentra la produzione di fragole lucane. Nell’ultimo ventennio il rapporto tra fragoleti realizzati con piante frigo conservate rispetto a quelli che utilizzano piante fresche si è invertito ed oggi la quasi totalità della fragolicoltura lucana è costituita trapiantando piante fresche.

Dal punto di vista fitosanitario – spiegano dall’Alsia – due fattori hanno inciso sensibilmente sulla gestione della difesa della coltura. Innanzitutto l’eliminazione dal 2005 del bromuro di metile largamente utilizzato per la fumigazione preventiva dei terreni in cui impiantare i fragoleti. Diversi metodi sono stati utilizzati in alternativa, con risultati comunque non comparabili all’efficacia del bromuro soprattutto sui nematodi e sulle malattie fungine soil borne. Attualmente la preventiva “sanificazione” del terreno è affidata soprattutto alla così detta “soluzione innovativa”, una miscela di 1,3-dicloropropene e cloropicrina, entrambi revocati ma che, con continuità dal 2009 al 2020, hanno ottenuto l’autorizzazione annuale all’uso eccezionale, per la riconosciuta mancanza di valide alternative. Un altro aspetto da considerare nella gestione fitosanitaria della fragola nel Metapontino è l’affermarsi delle piante fresche come materiale di vivaio a scapito delle frigo conservate. Indubbiamente, se di qualità adeguata, le piante fresche offrono dei vantaggi sia agronomici – veloce superamento della crisi di trapianto, precoce entrata in produzione – che commerciali – possibilità di programmare la produzione in un periodo meno concentrato di quanto non consentono le frigo conservate. D’altro canto, però, il più lungo periodo di vegetazione e produzione oltre all’assenza della sfogliatura invernale impongono una maggiore attenzione nella gestione fitosanitaria”. (Mi.Sett.)

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