I DUBBI E LE DOMANDE SUL MISTERIOSO CASO DI BIO-ON

Mentre il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini propone di utilizzare gli impianti dell’azienda Bio-On, messa all’asta nei giorni scorsi, per produrre vaccini (leggi news), c’è chi inizia a nutrire dei dubbi sull’operazione che ha portato all’arresto di Marco Astorri, fondatore dell’azienda. In un articolo di Repubblica di oggi, 10 marzo, il giornalista Riccardo Luna parla del “mistero” che si cela dietro al caso scoppiato attorno all’impresa.

Come detto i beni della società sono stati messi all’asta e la base di partenza per le offerte è stata fissata in 95 milioni di euro. “Astorri e i suoi possono avere gonfiato la realtà, possano avere dato comunicazioni fuorvianti al mercato truffando piccoli investitori”, scrive Repubblica. “Ma non lo sappiamo, ancora non lo sappiamo, non perché il processo a loro carico non è finito, ma perché non è iniziato. Anzi per la verità il processo non si sa ancora se si farà, perché le indagini non sono concluse: ogni volta che i termini stavano per scadere la procura ha chiesto una proroga, con l’ultima si arriva a giugno poi chissà. Viene da pensare che tutte queste prove a carico degli indagati non sia ancora state trovate. Vedremo. Ma nel frattempo Bio-On sarà stata venduta a prezzo di saldo al migliore offerente”, sostiene Luna che poi si domanda: “E se poi venisse fuori che non era un castello di carta? E se emergesse che quella società era davvero un gioiello? Se venisse fuori che il metodo che avevano escogitato per produrre una plastica pulita, a partire da scarti agricoli e batteri, e quindi da un brevetto che ha un secolo di storia, se venisse fuori che quel metodo era concreto, funzionava, poteva cambiare il mondo, poteva mandare in crisi le aziende petrolifere”.

Il commento di Marco Rivoira

Sulle considerazioni di Repubblica Marco Rivoira, amministratore delegato dell’omonimo gruppo piemontese, ha commentato su Linkedin: “Chissà come saranno entusiaste le aziende (parecchie manifestazioni di interesse) che erano interessate a partecipare all’asta di un’azienda, che da scatola vuota, ora con un valore quasi doppio dei debiti e con un centinaio di brevetti ed una tecnologia unica potrebbe rivoluzionare il mercato delle bio plastiche. Cosa succederà alla mission dell’azienda, visto che la curatela ne ha dimostrato ampiamente il valore? Cosa succederà agli innumerevoli asset tecnologici e brevetti? Un reattore di fermentazione si fa in sei mesi dall’ordine ma poi per fare vaccini servono linee asettiche di confezionamento con standard farmacologico. Davvero pensano sia così facile? Fra sei mesi saremo inondati da vaccini prodotti ovunque in tutto il mondo. Questa storia tutta italiana continua a essere quantomeno strana”.

(fonte: Repubblica)

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.