IL GELO FA STRAGE DI ALBERI IN FIORE E ORTAGGI, “TEMPERATURE FINO A -8, SIAMO DISPERATI”

La gelata era attesa, ma è stata più tremenda di quanto si temeva. In Veneto, in certe zone del Veronese e del Padovano la notte scorsa le temperature sono scese perfino a -7 e -8, non lasciando scampo a tanti alberi da frutta in piena fioritura. Sono meli e ciliegi a fare le spese di questa gelata, ma anche kiwi, pesche, pere, viti, albicocche riporteranno perdite importanti.

“La conta dei danni la faremo la settimana prossima, ma possiamo già parlare di un disastro pari a quello del 2017, quando dopo la metà aprile una gelata seccò i germogli delle viti come se fosse stato autunno – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -. Si sapeva che la notte scorsa sarebbe stata la più terribile, ma non credevamo che le temperature sarebbero andate così sottozero. E non è finita, perché sono attese altre gelate. Quel che è certo è che ci sono danni importanti in tutta la zona frutticola dall’Est al Basso Veronese. Al momento pare che la produzione più colpita sia quella delle mele da Palù a Zevio, da Legnago fino a Bevilacqua. Abbiamo anche segnalazioni di vitigni danneggiati, in particolare l’uva bianca precoce come lo Chardonnay. I primi germogli, spuntati da poco, sono accartocciati e quasi sicuramente ci saranno perdite parziali o totali”.

I fiori dei ciliegi completamente bruciati dal gelo

Conferma la batosta Francesca Aldegheri, referente di giunta di Confagricoltura Verona per il settore frutta: “Stavolta è stata una botta tremenda, siamo in ginocchio – dice sconsolata -. Nell’Est Veronese alle dieci di sera eravamo parecchio sottozero e stamattina a -6. Chi poteva ha fatto partire i trattamenti antibrina, ma con un gelo simile sono serviti a poco. Abbiamo investito tanto sui ciliegi e ora tutti i fiori sono avvizziti, credo che tutto sia andato perso. Sui kiwi non si è salvata una gemma. Fiori di pesche e albicocche decimati. Ci sono agricoltori che non sono assicurati e sono disperati. Ma anche per quelli che hanno fatto l’assicurazione è dura. Abbiamo da vedere ancora il contributo statale dello scorso anno e pure del fondo nazionale per le gelate, varato nel 2020, non c’è traccia. In Emilia Romagna sono già iniziati i pagamenti, qui in Veneto siamo all’anno zero”.

Pietro Spellini, frutticoltore di Villafranca, ha salvato buona parte della frutta perché ha installato quasi ovunque gli impianti antibrina: “Ho danni sui peri, ma le mele e le more spero di averle salvate. Nel Villafranchese invece ci sono gravi danni ai kiwi. C’è chi ha perso quasi tutto e chi ha avuto anche danni alle orticole sotto tunnel”.

I germogli di vite avvizziti

Andrea Foroni, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, ha perso parte della produzione di kiwi: “Sono stato fuori tutta la notte e il gelo era tremendo, perché era completamente sereno. Perfino gli impianti antibrina non sono riusciti a salvare i frutti. In mezzo ai filari c’è ancora ghiaccio, non sono in grado di quantificare le perdite, tantopiù che stanotte è attesa un’altra gelata, anche se con temperature inferiori. Ci auguriamo che venga decretato lo stato di calamità e che arrivino sostegni, perché altrimenti saremo in ginocchio”.

Anche nel Padovano la situazione è drammatica, come ribadisce, Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. “Si sapeva che la notte scorsa sarebbe stata la più terribile, ma non credevamo che le temperature sarebbero andate così sottozero. Ci stanno arrivando segnalazioni da tutta la provincia. A Montagnana ci sono danni su vite, patate e cipolle. A Conselve gravi danni sulle uve precoci Glera da Prosecco, con i germogli accartocciati. Nell’Alta padovana i danni sono soprattutto ai kiwi. A Pernumia, San Pietro e Monselice colpite fragole, pesche e pere. Perfino gli impianti antibrina non sono riusciti a salvare i frutti. E non è finita, perché stanotte è attesa un’altra gelata, anche se con temperature inferiori. Ci auguriamo che venga decretato lo stato di calamità e che arrivino sostegni, perché altrimenti le aziende saranno in ginocchio”.

Impianto di more completamente gelato

Ci sono testimonianze impressionanti degli agricoltori, come quella di Francesco Saltarin, titolare di una grande azienda agricola di ortaggi tra Vighizzolo d’Este e Sant’Urbano, che ha perso centinaia di quintali di angurie. “Le temperature sono andate sottozero già alle 11 di ieri sera e stamattina è arrivato il colpo di grazia – dice sconsolato -. Siamo amareggiati soprattutto per i cocomeri, perché  dovevamo assolvere ai nostri impegni contrattuali. Li abbiamo piantati sotto tunnel, credevamo che fossero al sicuro. Invece con la prima gelata abbiamo perso il 5 per cento e stanotte tutto il resto. Stessa sorte per le zucche: 100 quintali andati in Paradiso. Tutte annerite anche le foglie delle patate per i due ettari che avevamo ancora da coprire. Abbiamo perso anche l’uva Glera: le viti avevano germogli di dieci centimetri, ma sono tutti secchi. Secondo i tecnici le piante saranno compromesse per due anni”.

Danni anche per Ettore Fornasiero, titolare dell’agriturismo La Calendula a Granze. “Le ciliegie le ho perse tutte e ho perso anche tutta l’uva da Prosecco. Perdite possibili anche per le bietole e le piante officinali come la melissa. Un’annata cominciata nel modo peggiore”.

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