SIMPOSIO DELLA FRAGOLA, ITALIA PROTAGONISTA

La spinta digitale non ha deluso le aspettative. Il simposio internazionale della fragola ha retto ai contraccolpi dell’emergenza sanitaria confermando gradimento e partecipazione nei cinque giorni di eventi continuativi proposti in modalità online.

A garantire l’ospitata mondiale è stata l’Italia che a quattro anni di distanza dall’ultima edizione è stata chiamata ad offrire la sponda ideale, collegandosi al sito iss2021. Poco meno di 900 gli iscritti con una coerenza più che piena con gli invitati complessivi in piattaforma, provenienti da tutto il mondo, con un vero e proprio boom – circa 300 – registrato in Cina.

Un evento dalle dimensioni esorbitanti, benché virtuale. Ogni sezione dei lavori ha avuto piena partecipazione e lo scambio di idee, progetti e ingranaggi da far ripartire è avvenuto alla perfezione tra tutti i partecipanti, espressione di un mondo diviso a causa della pandemia, ma carico di contenuti.
Insomma, è stata un’utile occasione per fare il punto, a livello nazionale e globale, sul frutto che si coltiva dall’Equatore ai Poli, in un’ottica di innovazione e di proficua cooperazione, come ha precisato il Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano nel suo saluto: “La ricerca scientifica sul settore agroalimentare è una tradizionale eccellenza dell’Italia cui come Farnesina dedichiamo costante attenzione, stringendo accordi di cooperazione scientifica in tutto il mondo. Inoltre, la produzione agroalimentare si alimenta di ricerca scientifica e quella italiana è anche per questo tra le più sostenibili al mondo!”.

Intanto, la fragola continua la sua ascesa nelle produzioni e nei consumi a livello mondiale. Secondo i dati FAO, la produzione nel 2019 si attesta ad oltre 8.885.000 tonnellate, confermando un trend di crescita esponenziale, che nel decennio 2008-2019 è stato del 45% circa. Ciò denota un aumento delle rese dovuto sia all’innovazione varietale sia al miglioramento della tecnica colturale. Secondo i dati Faostat, la Cina si conferma anche nel 2019, il primo produttore mondiale con i suoi oltre 3,2 milioni di tonnellate e oltre 125.000 ettari di superficie coltivata, staccando di molto il secondo produttore mondiale, gli Stati Uniti, che raggiungono 1,021 milioni di tonnellate e oltre 18.000 ettari. La Cina e gli Stati Uniti d’America producono insieme circa il 60% del totale mondiale. Scorrendo la classifica troviamo poi il Messico al terzo posto con oltre 861.000 tonnellate di produzione e 16.000 ettari di superficie coltivata. A seguire, Egitto (460mila ton e oltre 11.700 ettari coltivati) e Turchia (486mila ton e 16.000 ettari coltivati). Il primo produttore europeo è sesto ed è la Spagna (352mila ton e 7200 ettari coltivati), che detiene da decenni il primato di produzione, mentre per trovare l’Italia bisogna scendere al 13 posto.
Maria Ida Settembrino

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