CONTAINER INTROVABILI E CARISSIMI: “SEMPRE PIÙ A RISCHIO LA NOSTRA COMPETITIVITÀ”

SOS container: sono pochi e sempre più costosi. La mancanza di contenitori per inviare frutta e verdura italiana in giro per il mondo rischia di avere notevoli ripercussioni sul mercato, anche a causa dei costi schizzati alle stelle. Basti pensare che in un solo anno, come si sottolinea anche in un articolo di Italia Oggi sul tema, i prezzi di spedizione tra Europa e Cina sono più che decuplicati: da poco meno di mille euro si è passati infatti agli attuali 12mila euro. I tempi sono invece raddoppiati: da 60 a 120 giorni.

Questa situazione è stata causata anche dalla ripartenza dell’economia cinese e delle conseguente movimentazione delle merce del Paese asiatico.

Valentina Mellano, amministratore delegato di Nord Ovest spa, importante società piemontense di logistica, intervistata da Italia Oggi, conferma: “La mancanza di container è dovuta alla loro concentrazione massiva nel Far East, in particolare in Cina e negli Usa. In Asia c’è una congestione di contenitori vuoti e pieni in attesa di essere svuotati. E intanto l’Europa soffre. Inoltre si fa fatica a trovare navi”. Tra i motivi, oltre al Covid “la scelta da parte delle compagnie di far saltare una partenza una volta al mese così da avere più merce da caricare dello spazio a disposizione, con il conseguente aumento dei prezzi”, e aumento dei tempi di attesa, che salgono anche a 20 giorni.

Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, sempre a Italia Oggi, afferma: “Gli armatori hanno spostato le navi sulle tratte più remunerative, come quelle dalla Cina verso le Americhe. In Europa non ci sono i container e i noli e i trasporti sono in continuo aumento”. A rischio quindi la competitività dell’Italia, con grandi vantaggi per la solita Spagna: “Le navi seguono le rotte in base ai volumi. Nel Mediterraneo prima si partiva dalla Spagna, si arrivava in Italia e poi si arrivava a destinazione. Ora si parte dall’Italia e poi si raggiunge la Spagna, che si può avvantaggiare con una decina di giorni di navigazione in meno. Tutto questo incide sul risultato finale della merce deperibile che arriva a destinazione. È un grande vantaggio competitivo”, sostiene ancora Salvi.

Nel servizio di Italia Oggi, Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, fornisce i numeri che testimonia come il sistema logistico italiano sia inadeguato per il comparto ortofrutticolo: “Negli ultimi vent’anni la Spagna ha investito nelle proprie strutture logistiche passando, in termini di export ortofrutticolo, da 7,5 miliardi di euro nel 2002 a 14 miliardi nel 2020. L’Italia, sullo stesso periodo, è passata invece da 2,8 a 4,8 miliardi”.

Per Elalog, l’associazione europea della logistica, questa situazione potrebbe durare altri sei mesi. Per Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutta di Alleanza delle Cooperative Italiane, “il problema è di tutta la filiera agricola, con costi delle materie prime aumentati fino al 15% e quelli delle spedizioni schizzati alle stelle. C’è da chiedersi chi pagherà tutto questo, sicuramente la ricaduta sarà sul consumatore”.

(fonte: Italia Oggi)

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