TRANSIZIONE ECOLOGICA, LE NOVITÀ PER IL SUD

Mentre a livello europeo, è stato presentato dalla Commissione europea il nuovo Piano d’azione 2021-2027 per la transizione agro-ecologica, nel nostro Paese, dopo circa due anni, è stato approvato in Senato il DDL. 998 recante “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”.

Finalmente una legge che disciplina e promuove un settore importantissimo in Italia e in Europa, se si considera che la quota comunitaria della superficie biologica totale è pari al 23%, corrispondente a 9,3 milioni di ettari e che rappresentano l’1,9% della superficie agricola (Sau) europea, mentre nell’area UE tale incidenza raggiunge i 4,7 punti percentuali (8,4 milioni di ettari, dati eurostat).
È prevista anche la creazione di un marchio nazionale che contraddistingua i prodotti ottenuti con il metodo biologico, realizzati con materie prime coltivate e allevate in Italia (art. 6) e l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo della produzione biologica destinato al finanziamento di iniziative per lo sviluppo della produzione biologica, in coerenza con la comunicazione 2014/C 204/01 della Commissione europea sugli orientamenti dell’Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020 (art. 9).
Tra le diverse norme introdotte, il punto che sta generando un acceso dibattito scientifico e politico è quello che prevede, già al comma 3 dell’articolo 1, l’equiparazione al biologico del metodo di agricoltura biodinamica.
L’agricoltura “biodinamica”, espressamente richiamata nel testo di legge, è certamente la forma più diffusa in Italia, con circa 4.000 aziende che la praticano, ed un fatturato importante ed in forte crescita, soprattutto nei mercati del nord Europa, che apprezzano e valorizzano in termini economici il biodinamico made in Italy.
Nonostante l’appello degli scienziati a non procedere con l’approvazione del testo, il disegno di legge ha ricevuto il sostegno da parte di ben 195 membri del Senato in considerazione del fatto che il metodo biodinamico è presente e radicato sul territorio nazionale e continentale indipendentemente dai “No” del mondo accademico.
Interessanti anche le novità che provengono da Ismea e da Regione Basilicata per il sud, dove sono in vendita 16 mila ettari per incentivare l’agricoltura 5.0. Si tratta del quarto bando della Banca nazionale delle terre agricole di Ismea, traducibile in 624 aziende potenziali per un valore complessivo minimo atteso di 255 milioni di euro, da reinvestire integralmente a favore dei giovani agricoltori. Lo strumento, nato nel 2016 per facilitare l’incontro tra domanda e offerta e il ricambio generazionale, attualmente è alimentato da terreni derivanti dalle operazioni fondiarie di Ismea e e può raccogliere anche le superfici appartenenti a Regioni e Province autonome e altri soggetti pubblici.

“E’ un progetto che permette di scoprire il valore delle terra con strumenti nuovi dall’agricoltura di precisione alla riduzione dell’impronta ambientale alla sensoristica”, ha detto il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli intervenuto alla presentazione del bando, “ma tutto questo esiste se esiste la possibilità di avere, di acquistare, la terra. Un modo per coinvolgere i giovani in questo bellissimo mondo che ci lega alla cultura e alla tradizione ma dove servono le nuove generazioni per continuare su paradigmi diversi”.

Diverse le novità che caratterizzano la vendita dei terreni con una superficie media di 26 ettari, ubicati per il 72% al Sud, con Sicilia, Basilicata e Puglia che da sole coprono oltre la metà delle superfici disponibili; segue il Centro rappresentato in particolare dalla Toscana, con il 17%, mentre il restante 9% è distribuito tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. La procedura di vendita, semplificata grazie ad uno sportello telematico, garantisce trasparenza e semplicità, assicura Ismea.
Dalla Basilicata arriva, invece, la misura governativa, la cui dotazione finanziaria ammonta a 910.471 euro e riguarda gli interventi relativi alla campagna vitivinicola 2021-202. Si applica a quei vigneti con caratteristiche idonee alla produzione di vini a marchio su tutto il territorio regionale. Sono previsti tre tipi di intervento: la riconversione varietale, che consiste nel reimpianto di una diversa varietà di vite ritenuta di maggior pregio enologico o commerciale; la ristrutturazione, intesa come la ricollocazione del vigneto in una posizione più favorevole o il reimpianto con modifiche al tipo di allevamento; il miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti attraverso azioni di razionalizzazione degli interventi sul terreno e delle forme di allevamento. La superficie minima ammessa è di 0,5 ettari e di 0,3 ettari nel caso di aziende che abbiano una superficie vitata inferiore o uguale ad un ettaro. Gli imprenditori agricoli singoli o associati, conduttori di aziende ubicate nel territorio regionale,  possono presentare domanda di finanziamento, entro il 15 luglio 2021, ad Agea, l’Organismo Pagatore responsabile dell’erogazione dell’aiuto, tramite procedure telematiche sul portale Sian.
Tutte le informazioni e i dettagli sono consultabili sul sito istituzionale della Regione Basilicata.

Maria Ida Settembrino

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