I DISTRETTI DI QUALITÀ FORMULA VINCENTE PER LO SVILUPPO (SOSTENIBILE) DEI TERRITORI

I distretti di qualità sono un validissimo strumento per la crescita e la competitività di intere filiere agroalimentari. Il loro punto di forza è che hanno progettualità pensate e realizzate in un’ottica di innovazione e di sviluppo sostenibile, in linea con le nuove linee strategiche della Commissione Europea. Credo possano essere un volano per la crescita di intere aree del Mezzogiorno, a forte vocazione agricola.

Da alcuni anni sono impegnato attivamente, insieme al mio staff di collaboratori, nella creazione di distretti agroalimentari di qualità. Istituiti con un Decreto legislativo del 2001, si stanno via via affermando in molte regioni italiane, specie al Sud, che ne hanno evidentemente compreso la grande valenza. I distretti non solo uniscono aree accomunate dalla stessa identità storica e da tradizioni comuni, ma hanno il grande vantaggio di mettere insieme soggetti impegnati in campo agricolo con altri protagonisti economici, pubblici e privati, che operano sullo stesso territorio.
Tra i Distretti che ho contribuito a far nascere, c’è il Distretto del Cibo Sud est barese, con circa 40 aziende coinvolte e progetti presentati che ammontano a oltre 40 milioni di euro, destinati prevalentemente al comparto dell’uva da tavola e delle ciliegie.
È in una fase avanzata anche il Distretto produttivo agroalimentare di qualità “Puglia Federiciana”. Approvato dalla giunta regionale con una Delibera del 2 marzo 2020, associa già 207 imprese e opera nelle due province della Capitanata e di Barletta-Andria-Trani, caratterizzate da una antica tradizione di produzioni agroalimentari di grande qualità.
Ho sempre creduto con convinzione nella forza dei consorzi di imprese. L’aggregazione è fondamentale, specie nelle regioni del Mezzogiorno in cui c’è meno concentrazione dell’offerta, perché consente di realizzare investimenti che non coinvolgono mai singole aziende con indubbie ricadute positive su tutto il tessuto economico territoriale. Ecco perché ora stiamo lavorando affinché vengano finanziati i progetti presentati dal Distretto, che ammontano ad oltre 95 milioni di euro, che dovrebbero essere rinvenuti dai fondi previsti dal governo a valere sui contratti di filiera. I progetti, della durata di tre anni, sono finalizzati al miglioramento produttivo delle aziende agricole, allo sviluppo delle produzioni agricole di qualità, alla diversificazione extra agricola, alla promozione del turismo rurale e al sostegno dell’agroindustria.
Dalla Puglia all’Abruzzo, regione in cui abbiamo dato vita al Distretto Agroalimentare di Qualità Ortofrutticolo d’Abruzzo, che vede coinvolte 45 aziende tra cooperative e imprese agricole, con l’obiettivo di un ammodernamento delle aziende. Il progetto nasce dall’attuazione dell’accordo di partenariato pubblico/privato tra la regione Abruzzo, le Camere di Commercio, le Università del territorio abruzzese e gli altri Distretti Agroalimentari del territorio regionale. L’obiettivo è puntare su una collaborazione tra la pubblica amministrazione e le imprese private al fine di promuovere, in maniera efficace, le filiere agroalimentari regionali e contribuire, al tempo stesso, allo sviluppo del territorio. I principali obiettivi dell’accordo di partenariato sono: la promozione del “compro abruzzese”, da realizzare attraverso la estensione delle produzioni di qualità recanti il Marchio Collettivo “Qualità Controllata dalla Regione Abruzzo” e l’animazione di una piattaforma regionale per il tracciamento dei prodotti mediante l’utilizzo della tecnologia della blockchain.

Manlio Cassandro, agronomo

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