SPREAFICO PRECISA E RETTIFICA: “NON SIAMO COMMISSARIATI NÉ ACCUSATI DI CAPORALATO”

Il consiglio di aministrazione di Spreafico, in merito alle notizie diffuse questa mattina, venerdì 8 ottobre, ha emesso nella stessa serata una nota ufficiale di precisazione e rettifica in cui si legge che “il Tribunale di Milano ha nominato un amministratore giudiziario per verificare i rapporti con le società di logistica che operano con il Gruppo, ma non ha disposto il commissariamento”.
La nota porta il titolo: “Spreafico non è stata commissariata e non è accusata del reato di caporalato”.
Di seguito il testo integrale della nota, firmata dal presidente del Consiglio di amministrazione Ferdinando Spreafico.
“La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per caporalato a carico degli esponenti delle cooperative Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati, che si occupano di logistica e che avevano Spreafico tra i loro clienti. Nelle ultime ore si sono diffuse notizie false e fuorvianti rispetto ad un presunto coinvolgimento di Spreafico in un procedimento penale per caporalato e riguardo al commissariamento della società.
“In data odierna abbiamo ricevuto dal Tribunale di Milano una notifica in cui si rendeva noto che in seguito ad un’inchiesta per caporalato a carico degli esponenti delle cooperative Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati, ex fornitori di logistica della nostra società, è stato nominato un amministratore giudiziario che avrà il compito di verificare i rapporti con le società di logistica che collaborano con il nostro gruppo. Spreafico quindi non è stata commissariata e continua ad operare con regolarità nella sua quotidianità. Il CDA rimane in carica e continua il suo lavoro”, afferma il consiglio di amministrazione Spreafico.
“Le indagini svolte nascono in seguito ad una serie di scioperi attuati dai lavoratori delle due cooperative nel 2020. Le cooperative Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati non facevano e non fanno parte della realtà societaria del Gruppo Spreafico.
Spreafico non è accusata del reato di caporalato e la nomina dell’amministratore giudiziario trova ragione proprio nella stessa terzietà della Società rispetto alle cooperative indagate per questo illecito ed è una misura dovuta e circoscritta di prevenzione. Abbiamo piena fiducia nell’operato del nostro sistema giudiziario e nel professionista incaricato”, conclude la nota del consiglio di amministrazione.
Quanto alla notizia circa un sequestro di denaro, Spreafico precisa che questo è disancorato dal provvedimento del Tribunale di prevenzione ed ammonta a circa 3 milioni di euro, non 6 milioni come descritto a livello mediatico. Il caso “è stato gestito con le disponibilità finanziarie dell’azienda e siamo certi che verrà riconosciuto il corretto operato della Spreafico. Questo provvedimento, di natura fiscale, non avrà nessuna conseguenza sul normale proseguimento delle nostre attività e la gestione dei rapporti con clienti e fornitori”.

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