MERCATO BANANE, SOS CONTAINER. “RISCHIO DI UN’IMPENNATA DEI PREZZI SUI NUOVI ACCORDI”

Mancano container per il commercio delle banane dall’Ecuador, principale produttore mondiale del frutto esotico.

La denuncia arriva da Marco Pianalto (nella foto), direttore vendite di Bonita Europe che abbiamo incontrato a Fruit Attraction nello stand della multinazionale che, con le sue sei piantagioni, produce dai 18 ai 20 milioni di cartoni di banane l’anno.

“In questi ultimi sei mesi abbiamo avuto grandissimi ritardi per mancanza di disponibilità di container vuoti – dice Pianalto -. Fino ad ora, il prodotto banana non è mai mancato. Oggi quello che manca sono i container e quelli disponibili viaggiano in base alle quotazioni di mercato dettate dalle regole della domanda e dell’offerta. Ci sono Paesi, come il Cile, ad esempio, che pagano fino a tre volte di più per un container, rispetto agli attuali accordi sottoscritti in Ecuador. Questa situazione sta facendo lievitare velocemente i costi. Per il momento il servizio di logistica ci viene garantito dai contratti in essere. Nel senso che i prezzi e i container garantiti dagli armatori sono quelli previsti da contratto. Quello che sta succedendo adesso è che paghiamo lo scotto dei ritardi di disponibilità di contenitori che possono arrivare anche fino ad una settimana, facendoci saltare le coincidenze lungo il viaggio e allungando, quindi, il transit time delle banane in maniera insostenibile per questo tipo di prodotto che è particolarmente delicato”.

Secondo quanto riferito da Pianalto, allo stato attuale la maggior parte dei container sarebbero bloccati nei porti della Cina che nell’ultimo anno ha aumentato significativamente l’importazione di prodotti agroalimentari.

“La Cina del dopo Covid – siega Pianalto –, ha sviluppato una fortissima domanda di prodotti agrifood. Il problema sono i porti cinesi. In questo momento ci sono tantissimi container bloccati in fila per le procedure di sdoganamento appesantite dalla burocrazia Covid. Ma la cosa principale che andrebbe messa in risalto adesso è l’interrogativo relativo a quello che ci aspetta per il prossimo anno, al rinnovo dei contratti con le compagnie di trasporto”.

In pratica se adesso a volare sul mercato, è il prezzo dei container cosiddetti ‘spot’, ossia richiesti una tantum, al di fuori di un contratto di trasporto, dall’anno prossimo sembra annunciarsi già da adesso una situazione di forte incremento dei prezzi nei nuovi accordi con gli armatori.

“L’aumento dei prezzi potrebbe essere superiore anche del 30% – precisa Pianalto -. Questo, per il settore delle banane è un vero problema soprattutto perché oggi sono considerate un prodotto commodity. Sono presenti sugli scaffali tutto l’anno ed hanno un range di prezzo che oscilla tra i 99 centesimi e i 2,40 euro. Ma il mercato deve capire che di questo passo si va verso l’insostenibilità economica, stante la situazione, perché è un settore che implica costi enormi, che ha un lavoro importante e difficile alle spalle. Non si può continuare ad usare le banane come prodotto civetta che attira il consumatore nel reparto ortofrutta per i suoi prezzi bassi. Con questo sistema, ci sono periodi dell’anno in cui arriviamo a perdere anche molti soldi. Come in estate, ad esempio, che è il periodo in cui tradizionalmente questo frutto esotico va in concorrenza con la frutta stagionale”.

In questo contesto, diventa veramente difficile riuscire ad immaginare il settore bananicolo sulla strada verso la conversione in Biologico, perché il differenziale dei costi, a questo punto, sarebbe insostenibile.

“Bonita ha iniziato a lavorare sul settore Bio – afferma Pianalto – ma stiamo parlando ancora di percentuali molto basse, al di sotto del 10%. La strada è tutta in salita”.

Mariangela Latella

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