PIANA DI CATANIA, AGRUMI SOTT’ACQUA. FIUMI DI ACQUA E FANGO DEVASTANO IL TERRITORIO

Aziende isolate, campi allagati, verdure e ortaggi affogati sotto un fiume d’acqua, strade interrotte, paralizzata la raccolta delle olive e agrumeti a mollo con il conto dei danni del maltempo in Italia che nel 2021 diventa sempre più pesante superando il miliardo di euro con oltre 6 nubifragi al giorno.

E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento all’ultimo violento nubifragio che ha colpito il Sud Italia con l’allerta in Calabria, Basilicata e Puglia e la Sicilia epicentro della perturbazione fra allagamenti e dispersi.

Nella piana di Catania – spiega Coldiretti – la pioggia ha trasformato le strade in fiumi rendendo irraggiungibili le aziende agricole, letteralmente sommerse, bloccando anche le semine. Sempre fra Catania e Siracusa – continua la Coldiretti – si registrano danni ingenti a Scordia, Palagonia e Lentini con alberi di agrumi sradicati, strutture colpite, recinzioni e muri crollati.

Violenti temporali e tempeste di vento si abbattono su una regione come la Sicilia che ha – spiega Coldiretti – il 92,3% dei Comuni con parte del proprio territorio a rischio frane e/o alluvioni con i terreni che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti e smottamenti. Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – peggiora in Calabria e Basilicata dove si sale addirittura al 100% dei comuni, mentre la Puglia si ferma a 89,1% contro una media nazionale del 91,3% con 7.252 comuni a rischio, secondo dati Ispra.

Siamo di fronte – evidenzia la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi. Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – conclude Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia, ma soprattutto un impegno per frenare i cambiamenti climatici.

La bomba d’acqua in poche ore, con pioggia battente (oltre 250 millimetri) e raffiche di vento ad oltre 100 chilometri orari, hanno causato ingentissimi danni strutturali ed infrastrutturali alle aziende agricole”. A dichiararlo è il presidente di Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro, che ha inviato una lettera al presidente della regione Siciliana Nello Musumeci, agli assessori Marco Falcone (Infrastrutture) e Toni Scilla (Agricoltura), al dirigente generale della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina.

Chiediamo che venga proclamato lo stato di calamità e che si costituisca una cabina di regia istituzionale, da convocare con estrema urgenza al comune di Scordia, per un’immediata ricognizione dei danni strutturali ed infrastrutturali e affinché vengano emanate misure straordinarie per il riassetto e ripristino delle strade principali e secondarie, si monitorino i danni e si concertino le misure future per la regimentazione delle acque. Al tavolo si riuniscano Genio Civile, Protezione Civile, gli assessorati all’Agricoltura e alle Infrastrutture, le organizzazioni professionali agricole, i sindaci dei comuni colpiti”.

“A 24 ore dal ciclone i danni quantificati sono già enormi alle attività agricole – sottolinea Di Silvestro – sono stati colpiti soprattutto i comuni di Palagonia, Ramacca, Scordia, Paternò, Randazzo, Francofonte e Lentini (salvo ulteriori e più approfonditi accertamenti). Non parliamo ancora di danni alla produzione. Le piogge alluvionali hanno causato smottamenti di natura idrogeologica, interruzione di strade e linee ferrate, esondazioni di torrenti. Inoltre vi sono stati allagamenti di interi appezzamenti di terreno, deposito di detriti vegetali e pietrosi, dissesto di strade provinciali, interpoderali e poderali”.

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