MUTTI, MAXI INVESTIMENTO IN CAMPANIA. E NEL 2022 APRIRÀ UNA DIVISIONE IN GERMANIA

Mutti è pronto a investire 30 milioni di euro in Italia nei prossimi due anni.  Il gruppo emiliano, uno dei colossi nel settore del pomodoro da industria, è pronto a destinare 18 dei 30 milioni di spesa nello stabilimento di Fiordagosto a Oliveto Citra (Salerno), l’unico presente nel Mezzogiorno.

Questo stabilimento l’abbiamo acquisito solo cinque anni fa – afferma al Sole24Ore Francesco Mutti, patron dell’azienda parmense. Ora vogliamo ampliarlo e modernizzarlo puntando sull’innovazione dei macchinari. Nel polo campano Mutti lavora il ciliegino e il pelato lungo pugliese. Il resto dell’investimento previsto sarà destinato all’innalzamento del livello qualitativo dei prodotti. Sul fronte della sostenibilità l’azienda è pronta ad eliminare completamente l’utilizzo della plastica, già limitato al 2%.

Nel 2022 l’altro obiettivo è l’apertura di una divisione in Germania. “Un mercato dove in poco tempo abbiamo guadagnato una quota del 10% – afferma al Sole l’amministratore delegato dell’impresa. In poco tempo il consumatore tedesco ha capito che con poche decine di centesimi in più po’ mettere in tavola un prodotto profondamente diverso”.

“Aumenti solo nell’autunno 2022”

E il consumatore italiano è pronto a vedersi rialzare i prezzi dei pelati a causa del caro prezzo delle materie prime? “Per quasi tutto il 2022 non ci saranno aumenti – assicura Mutti. Ci saranno solo in autunno. È impensabile per noi ammortizzare i costi. Soltanto la bolletta del gas che a bilancio incideva per l’1,8% oggi pesa per il 7%. Ma Mutti assicura “che nonostante gli aumenti, un piatto di pasta con una buona passata di pomodoro continuerà a costare meno di un caffè al bar”.

I numeri da record di Mutti parlano di un fatturato letteralmente esploso, passato dai 233 milioni del 2015 a 465 milioni del 2020, garantendo ai conferitori “prezzi molto superiori alla media del mercato”.

Nessun timore della concorrenza cinese

Della concorrenza cinese Mutti non sembra aver timore alcuno: “Quello dell’invasione del pomodoro cinese in Italia è un falso mito – afferma al Sole24Ore -. Siamo il secondo produttore di pomodori da conserva al mondo dopo gli Usa. Esportiamo il 40% di quanto lavoriamo e la materia prima importata è solo il 2%. non abbiamo bisogno di contrastare l’import. Dobbiamo solo impegnarci per combattere la manodopera in nero e presentarci sui mercati esteri con la schiena dritta, grazie a standard di produzione sempre elevati”.

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