IMPENNATA DEI PREZZI DA RECORD: MAI COSÌ ALTI DA 26 ANNI. INCIDE ANCHE IL CARRELLO DELLA SPESA

Nuova fiammata dei prezzi a gennaio, al top dall’aprile del 1996 quando nel borsellino giravano le lire.
Secondo le stime preliminari dell’Istat, come riporta Repubblica, il mese scorso l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dell’1,6% su base mensile (qui il massimo è addirittura del 1983) e del 4,8% su base annua, in forte accelerazione dal +3,9% del mese precedente. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua (da +4,2% di dicembre).
A spiegare la fiammata nell’indice Nic c’è ancora una volta il comparto dei Beni energetici regolamentati, con una crescita su base annua mai registrata (+38,6%), ma “tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici. Ciononostante – commenta l’Istituto . la componente di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi conferma il dato di dicembre grazie anche al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti i cui andamenti tendenziali sono ancora condizionati dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia”. La cosiddetta inflazione di fondo, calcolata al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane infatti stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%.
Tra le altre componenti della spesa, la crescita dei prezzi è dovuta “in misura minore ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +23,1%), dei Beni alimentari, sia lavorati (da +2,0% a +2,4%) sia non lavorati (da +3,6% a +5,4%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,5%); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,4%)”.
In accelerazione c’è anche il “carrello della spesa”, ovvero i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di dicembre a +3,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,0% a +4,3%). L’inflazione acquisita per il 2022, ovvero la crescita dei prezzi che si registrerebbe se nei prossimi mesi dell’anno la variazione congiunturale fosse a zero, è già arrivata al 3,4%, dal +1,8% che avevamo ereditato dal 2021: ulteriore dimostrazione della fiammata del primo mese dell’anno che mette ancor più in dubbio il fatto che sia “temporanea”.

Unione Consumatori: “Una Caporetto”

“Un rialzo stratosferico e disastroso! Si tratta di una Caporetto per le tasche delle famiglie. Da giugno a gennaio, in appena 7 mesi, l’inflazione è passata da +1,3% a +4,8, 3,7 volte in più, e questo per colpa dei rincari dei beni energetici, senza i quali oggi l’inflazione sarebbe pari solo all’1,8%”, commenta Maddimo Dona presidente dell’Unione nazionale dei consumatori. “Una catastrofe che rallenterà la ripresa in corso, per colpa dei minori consumi, indispensabile per far far fronte all’impennata dei prezzi”. Il conto in tasca alle famiglie per una coppia con due figli è di un aumento del costo della vita di 1.715 euro su base annua, ripartiti tra 840 solo per Abitazione, acqua ed elettricità, 416 euro per i Trasporti. Diventa di 1.611 euro per una coppia con un figlio e “ma il record spetta alle coppie senza figli con meno di 35 anni che, spendendo di più di quelle con i figli per la cura della casa, hanno un aggravio annuo di 1.783 euro”.
(fonte: Repubblica)

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