PIANO STRATEGICO NAZIONALE, AMBIENTALISTI ALL’ATTACCO: “PERSA OCCASIONE PER VERA TRANSIZIONE ECOLOGICA”

Dura lettera al Mipaaf e alla Commissione UE di 17 associazioni ambientaliste, dell’agricoltura bio e dei consumatori, che contestano il piano per l’applicazione della riforma della Politica agricola inviato dall’Italia a Bruxelles.

Secondo le associazioni, guidate dal WWF, il piano è molto deludente e l’Italia perde l’occasione per l’avvio di una vera transizione ecologica della sua agricoltura e dei sistemi agro-alimentari, ostaggio delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria. “Il Piano Strategico Nazionale della Pac 2023-2027 (Psn) inviato dal ministro Patuanelli a Bruxelles – scrivono le associazioni ambientaliste – ripropone e rilancia l’attuale modello di agricoltura e gestione dei sistemi agro-alimentari non sostenibile, affossando la transizione agroecologica auspicata dalle Strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, richiesta dai cittadini-consumatori europei. Le osservazioni della Commissione Ue saranno l’occasione per correggere i contenuti più controversi del PSN italiano”. Particolarmente grave è – a giudizio delle associazioni green – l’impostazione degli eco-schemi che rivelano la finalità prevalente di compensare la riduzione dei contributi ai settori ritenuti penalizzati dalla revisione dei titoli storici e dalla convergenza interna.

“La logica adottata dal Mipaaf – si legge ancora nella lettera – è stata quella di assicurare un’adeguata compensazione delle perdite di reddito, privilegiando la zootecnia del nord Italia e l’olivicoltura del centro-sud: i due eco-schemi destinati a questi settori impegnano il 58,5% delle risorse destinate a tutti e 5 gli eco-schemi previsti dal PSN. Gli eco-schemi dovrebbero invece premiare gli impegni volontari degli agricoltori per il contrasto dei cambiamenti climatici, per la tutela della biodiversità e dell’ambiente, motivo per cui le 17 Associazioni ritengono questa impostazione del PSN errata e particolarmente grave, anche in considerazione dell’analogo approccio con cui sono stati definiti i pagamenti accoppiati”. In linea generale, nel Psn, secondo le associazioni ambientaliste, si riscontra una forte disparità tra i premi attribuiti agli eco-schemi e quelli previsti per gli impegni agro-climatico-ambientali dello sviluppo rurale, che prevedono spesso analoghi impegni con finalità simili, ma con premi decisamente inferiori. “Inoltre – si legge ancora nella lettera – nel Psn non vengono esplicitati gli obiettivi quantitativi che si intendono raggiungere entro il 2027, sia con gli eco-schemi sia per gli interventi previsti nello Sviluppo Rurale. In particolare occorrerà indicare gli obiettivi di riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari, dei fertilizzanti chimici, degli antibiotici e l’incremento delle aree destinate alla conservazione della biodiversità naturale e al mantenimento del paesaggio rurale”.

Gravi mancanze a giudizio delle associazioni anche sotto il profilo delle misure per la conservazione della natura e in tema di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e per la conservazione della biodiversità agricola. “In definitiva – conclude la lettera – il Piano Strategico Nazionale è molto lontano dall’essere uno strumento efficace per promuovere una vera transizione ecologica della nostra agricoltura, affrontando le crisi ambientali del millennio. Una mancanza di visione che va a discapito anche della stessa agricoltura, prima “vittima” dei cambiamenti climatici e conseguenti eventi estremi catastrofali”.

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