MERCATO DI MILANO, ACMO: “CAMBIO DI GOVERNANCE CONTROPRODUCENTE. AVANTI CON IL PIANO”

Riflettori sempre più accesi sulla questione legata alla gestione di SOGEMI da parte del presidente Cesare Ferrero che ha suscitato in questi giorni diverse reazioni, a partire dalla critiche dei grossisti di Ago Fedagro al numero uno della società di gestione del Mercato meneghino, a cui è seguito l’intervento di Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italimercati, in difesa di Ferrero, e un’ulteriore presa di posizione di Ago Fedagro.

Antonio Catalano

Sulla vicenda interviene ora anche Antonio Catalano, presidente dei grossisti di ACMO, Associazione commercianti del Mercato Ortofrutticolo di Milano: “In questo particolare momento un cambio di governance dell’Ortomercato potrebbe rivelarsi controproducente e rallentare vertiginosamente la conclusione del progetto di restyling in corso con conseguente grave danno a tutto il settore”, osserva Catalano.

“Pertanto non riteniamo costruttivo dilungarsi in sterili polemiche sui meriti o demeriti dell’attuale gestione, occorre invece spostare l’attenzione sul fatto che l’Ortomercato ha dimostrato di possedere grandi potenzialità e, in un momento storico di particolare riflessione e trasformazione come quello attuale, è ora chiamato ad affrontare sfide sempre più ambiziose per essere sempre più competitivo. A tali sfide però l’Ortomercato si presenta ancora come una struttura obsoleta e fatiscente”, aggiunge il presidente di ACMO. “Serve una vera e propria presa di coscienza: è giunto il momento di rendere finalmente competitivo e al passo dei tempi il settore agroalimentare e a nostro giudizio la conferma di Cesare. Ferrero come Presidente di SOGEMI è forse la soluzione più indicata per portare a termine il progetto del nuovo Mercato rimasto fermo da oltre 20 anni”.

Catalano ricorda come “anche l’ennesimo servizio di Striscia la notizia andato in onda la scorsa settimana altro non è che il risultato di una logica gattopardesca ormai consolidatasi da tempo all’interno dell’Ortomercato. Se da un lato si contesta l’insufficienza dei controlli da parte dell’ente gestore al quale viene chiesto di stringere maggiormente le maglie al fine di garantire la legalità, dall’altro lato non si può far finta di non vedere che il fenomeno del caporalato, del lavoro sommerso, delle vendite in nero e della mancata tracciabilità della merce, sono attività poste in essere da alcuni “operatori” che sfruttano il personale, vendono merce sottobanco e non si curano della qualità dei propri prodotti, arrecando così un grave pregiudizio a tutta la categoria e, in definitiva, agli stessi consumatori finali. Serve il coraggio di voltare pagina, lasciare da parte i giochi politici e i rancori personali, per raggiungere la concretezza che tutti auspichiamo”, conclude il presidente di ACMO. “Però è fondamentale che il cambio di passo che consentirebbe all’Ortomercato di vincere le sfide che avrebbe di fronte, deve essere affrontato da tutti, istituzioni e operatori compresi”.

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