LEGGE SUL BIO, SODDISFAZIONE GENERALE: “PASSAGGIO EPOCALE”

Grande soddisfazione nel settore per l’approvazione del Disegno di legge per la “tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”.

L’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari plaude all’approvazione delle legge sul bio: “Da oggi abbiamo finalmente una disciplina completa sull’agricoltura biologica”, ha commentato il Coordinatore del settore biologico Francesco Torriani (nella foto di apertura) – “ e ciò è un chiaro riconoscimento della valenza strategica della produzione agroalimentare con metodo biologico e della sua funzione non solo economica, ma anche sociale e ambientale”.

“Il tortuoso iter che ha avuto il DDl ha rischiato di rendere inutili le grandi opportunità contenute nella Legge per il settore biologico, rallentando in tal modo un processo che invece a livello comunitario sta correndo veloce”, ha proseguito. In tal senso “va riconosciuto alla Presidente del Senato Casellati il merito di aver deciso di calendarizzare in tempi brevi la votazione sul nuovo testo, dopo le ultime modifiche apportate alla Camera dei Deputati”.

Torriani ha anche sottolineato come l’Alleanza “abbia sempre sostenuto la necessità di approvare un testo al quale ha contribuito fattivamente, individuando nelle filiere e nei distretti i due binari principali di sviluppo dell’agricoltura biologica”.

Ignazio Cirronis

Ignazio Cirronis, presidente di ANAPROBIO Italia, l’associazione nazionale dei produttori biologici della Copagri, sottolinea che “con il via libera alla legge sul biologico, arrivato senza voti contrari dopo oltre quattro anni di discussione in parlamento, è stata scritta una pagina importante per il primario; la priorità ora è la messa a punto del Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica-PNAB, che il Mipaaf si è impegnato a varare nel 2022, e l’individuazione di interventi strutturali che favoriscano l’aumento produttivo e la crescita dei consumi bio, puntando al contempo sull’abbattimento dei costi di produzione, anche con l’adozione di impianti di energia rinnovabile”.

“Vanno in questa direzione le disposizioni contenute nel testo che prevedono l’introduzione di un marchio per il biologico italiano, la definizione giuridica dei distretti agricoli biologici quali strumenti di rete tra aziende dello stesso territorio e la delega la Governo per la revisione e l’armonizzazione della normativa in materia di controlli, così come l’istituzione di un tavolo tecnico sulla produzione biologica; tutte misure ripetutamente chieste dal comparto, che andranno a rafforzare il mercato nazionale del biologico, che nel nostro Paese vale quasi 8 miliardi di euro, tra consumi ed esportazioni, senza contare l’indotto”, prosegue il presidente.

“In una fase in cui l’Europa si pone l’ambizioso obiettivo di destinare il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica entro il 2030 – continua Cirronis – riteniamo fondamentale lavorare su interventi per sviluppare le filiere biologiche, dando ai produttori il ruolo di governo di queste filiere, e promuovere campagne informative rivolte ai consumatori che palesino la valenza salutistica e ambientale delle produzioni bio”.

“Solo così si potrà aumentare la già considerevole superficie biologica nazionale, pari al 16% della SAU italiana, e indirizzare il primario verso la transizione ecologica e la svolta green prevista dagli orientamenti comunitari, che i produttori agricoli hanno iniziato a mettere in atto già da tempo; è necessario quindi continuare a lavorare, partendo dai positivi e condivisibili contenuti della legge sul bio, per rafforzare strutturalmente il comparto biologico, anche con un impegno verso i BioDistretti e verso la ricerca e la sperimentazione a supporto delle aziende bio”, conclude il presidente di ANAPROBIO Italia.

Ettore Prandini

Anche Coldiretti esprime la propria soddisfazione per il risultato raggiunto: “Con gli acquisiti di prodotti bio Made in Italy che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export, è importante l’approvazione definitiva della legge sul biologico”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al via libera definitivo del Parlamento alla nuova normativa sulle produzioni biologiche.

Un provvedimento fortemente sostenuto alla Coldiretti – sottolinea Prandini – per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico, il quale finisce oggi nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%).

La legge nazionale sul bio prevede l’introduzione di un marchio per il biologico italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale. Il provvedimento sostiene – spiega Coldiretti – poi l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione, oltre alla definizione dei biodistretti.

Nell’ultimo decennio – spiega Coldiretti – le vendite bio totali sono più che raddoppiate (+122%) secondo dati Biobank. Il successo nel carello sostiene l’aumento della produzione nazionale su 2 milioni di ettari di terreno coltivati, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal dell’Unione Europea che punta ad avere – riferisce la Coldiretti – almeno 1 campo su 4 (25%) dedicato al bio in Italia.

“Con 70mila produttori siamo il Paese leader in Europa per numero di imprese impegnate nel biologico e dobbiamo sostenere un settore con ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale come dimostra – conclude Prandini – il successo della rete nazionale di mercati contadini organizzata da Campagna Amica con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market lungo la Penisola”.

Barbara Nappini

Anche Slow Food si unisce nel plauso generalizzato al risultato ottenuto. “Siamo in presenza di un passaggio epocale verso un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e amica della salute dei consumatori. Un passo concreto verso una reale “transizione ecologica” – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. “Dopo anni di attesa anche il secondo ramo del Parlamento ha approvato il disegno di legge che tutela un settore in continua espansione, che in soli dieci anni ha visto aumentare l’80% della superficie, fiore all’occhiello del Made in Italy. Un metodo di produzione che va nella direzione indicata dalle strategie europee Farm to Fork e Biodiversità”.

“Un traguardo – continua Barbara Nappini – da accogliere con entusiasmo perché ci permetterà di acquistare prodotti che hanno a cuore la salute e la sicurezza ambientale”.

Una legge che va incontro all’esigenza di una vera modernità agricola. Perché la modernità agricola è nelle mani di coloro, soprattutto giovani, che lavorando la terra coniugano i vantaggi offerti dalle innovazioni tecnologiche con i saperi e le pratiche ancestrali, garantiscono il rispetto delle esigenze ecosistemiche, gestiscono le risorse naturali e limitano le esternalità negative, assicurando così una produzione adeguata in qualità e quantità.

La legge infatti va a disciplinare aspetti importanti non solo per le 80.000 aziende che già praticano l’agricoltura biologica, ma anche per le tante aziende agroalimentari italiane, per la ricerca scientifica, per i consumatori, per i territori e soprattutto per le comunità che quei territori li abitano.

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