LA SICCITÀ IMPERVERSA, PER IL PO (E NON SOLO) SI AGGRAVA L’EMERGENZA IDRICA

L’acqua salata del mare Adriatico risale il fiume Po per 15 chilometri dalla foce e le scorte idriche, in assenza di piogge abbondanti, non basteranno a coprire i fabbisogni della Pianura Padana.

Le precipitazioni nevose sono state inferiori del 70%, la portata del più grande fiume d’Italia è ridotta del 40%, quella dei suoi affluenti fino al 60%.

Questi dati sono emersi a seguito della riunione dell’Osservatorio Permanente sulle crisi idriche, tenutasi in questi giorni, che ha visto la partecipazione di tutte le istituzioni e i portatori di interesse del bacino del fiume Po in seno all’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica. È così giunta la conferma di come, su tutto il Distretto, persista una situazione di severa siccità. (nella foto, il triste scenario del Po in Polesine).

Il mese di febbraio non ha portato le piogge sperate, mentre le temperature sono state superiori alla media stagionale di valori fino a 3 °C, portando questo inverno ad essere il secondo più caldo degli ultimi 40 anni. Le piogge sono state inferiori del 60% rispetto alla media stagionale, con il Piemonte che ha registrato 85 giorni senza pioggia e l’Emilia-Romagna che ha vissuto l’inverno più secco degli ultimi 9 anni (in particolare nelle province di Bologna, Ferrara e parte dell’Emilia occidentale). La neve è stata carente sui rilievi alpini, portando ad un quasi azzeramento delle scorte idriche disponibili. Ciò ha causato un abbassamento delle falde e una riduzione del contenuto di acqua dei grandi laghi, che presentano solo il 10% di acqua disponibile.

In passato una stagione invernale altrettanto mite e asciutta non era mai stata registrata. I principali fattori sono 2: la presenza stabile dell’anticiclone con conseguente aria molto mite in quota, che ha contribuito a generare temperature miti soprattutto in montagna, e le frequenti giornate con vento favonio, tipico del periodo primaverile, che hanno innalzato le temperature anche alle quote più basse.

Le serie di misure che consentono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1961 permettono già` di trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla anche dal punto di vista climatologico: tutti gli indicatori presi in esame, infatti, risultano in prossimità dei minimi rispetto le serie dal 1961 ad oggi rendendo particolarmente anomalo questo “straordinario” inverno meteorologico. Si teme per la siccità che potrebbe aggravarsi nel periodo estivo rendendo più probabile e pericolosa l’incidenza di incendi.

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