BERLINO FA IL MIRACOLO: LA FILIERA FA QUADRATO SOTTO L’OMBRELLO DI CSO ITALY. “UNITÀ PER USCIRE DALLA CRISI”

Finalmente l’Italia a Berlino fa quadrato. Nel primo giorno di Fruit Logistica, tutti i rappresentanti del mondo ortofrutticolo, da Coldiretti a Confagricoltura, dalle unioni nazionali UNAPROA e Italia Ortofrutta, dall’Interprofessione a Italmercati a Fedagro, da  Fruitimprese all’Alleanza cooperative, hanno superato gelosie e divisioni e hanno unito le forze.

L’occasione è stato il discorso inaugurale dell’esposizione collettiva del CSO Italy. Ci voleva un terreno neutro (quello del Centro Servizi di Ferrara) e un Paese diverso, la Germania, che peraltro coincide con il principale mercato europeo di sbocco dell’ortofrutta italiana, per creare l’occasione di incontro da tutti considerata come necessaria.

“Quello di oggi – scandisce Sonia Ricci, presidentessa di UNAPROA e della Consulta ortofrutticola di Coldiretti – è un evento storico. Per la prima volta, con Confagricoltura, abbiamo presentato una proposta unica all’OCM che può essere uno strumento prezioso per rilanciare il mercato interno. Siamo riusciti ad interloquire con il Ministero con un unico documento che parli di piattaforme, di promozione e distintività dal momento che abbiamo l’onore e l’obbligo di salvaguardare anche le nostre DOP e IGP. Non dobbiamo guardare solo all’export che ha naturalmente la sua importanza. In questo senso, ringrazio Paolo Bruni (Presidente di CSO Italy, ndr), per essere riuscito a metterci tutti insieme, offrendoci un luogo fisico di incontro per trovare una soluzione insieme in questo anno molto difficile che ci aspetta. Dobbiamo creare necessariamente nuovi scenari per invertire la rotta, altrimenti il problema da qui a qualche anno sarà quello di fare la conta delle aziende che sono rimaste in piedi dopo questa tempesta perfetta”.

Insomma, l’appuntamento berlinese di quest’anno, per gli attori del mercato ortofrutticolo italiano, che pure sono quelli affluiti in maggior numero- come ogni anno – rispetto agli altri Paesi partecipanti, diventa la sede per trovare risposte ad una emergenza che va oltre i listini. Il problema centrale non è tanto fare il prezzo, ma come distribuire il valore lungo la filiera di modo da tutelare sia il consumatore che i produttori che fino ad ora hanno assorbito l’urto (frontale) di 24 mesi di congiuntura economica devastante. Una china in discesa che è iniziata molto prima del Covid, già con l’embargo russo, nel 2014.

“L’ortofrutta è un prodotto strategico – afferma Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, nel suo intervento inaugurale che si è soffermato su un numero: “Il fatturato dell’export ha superato i cinque miliardi per l’ortofrutta fresca, e questo dato dimostra che si tratta di un prodotto strategico”. Tuttavia gli equilibri sono cambiati così come sono cambiati i flussi: “L’ortofrutta italiana aveva già perso il mercato russo e due miliardi di export a livello europeo”. Ma non solo: ”Si è perso anche il mercato libico e adesso quello ucraino: ciò equivale a parlare di un mercato di quattro milioni di tonnellate che verranno riversate sui mercati europei; dovremmo prepararci ad un periodo di grande difficoltà”, l’allarme lanciato da Salvi. Per questo è ancora più importante lavorare insieme, “perché se l’Italia esporta 5,2 miliardi, la Spagna fa tre volte tanto. Quindi – aggiunge Salvi – è importante salvaguardare le filiere dove siamo leader incontrastati, come quella della mela, ma anche l’uva, le pere e il kiwi; dobbiamo difenderci perché i nostri concorrenti sono forti e aggressivi”.

In rappresentanza di Confagricoltura è intervenuto Massimiliano Del Core, in attesa dell’arrivo del presidente Massimiliano Giansanti, previsto per il pomeriggio. Del Core è stato incaricato dall’ultima assemblea di Confagricoltura, di riuscire a trovare una convergenza intorno al tavolo interprofessionale, soprattutto in relazione al comitato di IV gamma, uno dei settori maggiormente penalizzati da questa crisi.

“Ringrazio questo spazio che ci è stato messo a disposizione a Fruit Logistica dove si sente energia, voglia di lavorare e, soprattutto, voglia di ripartire con incontri di business. Grazie anche di avermi delegato alla guida dell’Interprofessione. Un incarico a me molto caro che intendo accettare con soluzione di continuità rispetto all’operato del presidente Nazario Battelli che mi ha preceduto. Grazie al suo lavoro oggi stiamo provando a tirare le fila cercando di fare convergere tutte le parti in causa su un unico tavolo. Spero nel sostegno di tutte le organizzazioni per potere fare da frontman di un gruppo rock che vuole lavorare insieme. Con la presenza della GDO e dei mercati, il tavolo Interprofessionale diventa ancora più rappresentativo e stiamo provando a convogliare sinergie per far convergere tutte le parti in causa. Speriamo di riuscire a dare un motore a trazione integrale per questa bella Ferrari che è l’ortofrutta italiana”.

Davide Vernocchi, presidente Apo Conerpo e Alleanza Cooperative,  per il settore ortofrutticolo, insiste su un punto: “In questa situazione difficile è ancora più importante il fatto che siamo tutti insieme, come mondo della produzione, senza aspettare che la politica sia la soluzione ai problemi, perché la politica, in realtà, può solo darci una mano”. 

“Dare l’idea della compattezza” è cruciale anche per Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, che ringrazia Paolo Bruni, presidente di CSO Italy, “per questo lavoro di cucitura”. In questo scenario Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, auspica una semplificazione sul piano dell’OCM. E, anche Valentino di Pisa, presidente di Fedagromercati, spera anche nel PNRR, perché arrivino risorse anche per la logistica e l’ultimo miglio. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, si sofferma sull’importanza di fare scelte strategiche: “Abbiamo bisogno di un sistema fitosanitario forte a livello nazionale”. E non si lascia sfuggire una nota polemica: “Avremmo dovuto utilizzare il 100% delle risorse del PNRR per aumentare la competitività, perché destinarne il 30% ai Comuni potrebbe diventare una giustificazione per dire più avanti che la colpa è di qualcun altro”. “Paradossalmente – aggiunge – in Europa c’è più rispetto per le filiere, mentre in Italia si è formata un’idea secondo la quale la catena distributiva possa affermare di garantire il prezzo: non è corretto. Si dovrebbe distribuire il valore in modo diverso per dare soddisfazione a tutti”.

Chiara Affronte e Mariangela Latella

Berlino

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