ASPARAGI, A VERONA BUONA PRODUZIONE, QUOTAZIONI SODDISFACENTI

Produzioni buone e quotazioni forse da rivedere per gli asparagi veronesi. Un prodotto dalla diffusione contenuta, ma dalla solida tradizione, per il quale l’annata da poco iniziata si prospetta come decisamente interessante.

“Il 2022 sembra proprio un anno buono per gli asparagi veronesi”, afferma Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona che precisa che la qualità è ottima e le quantità stabili. “Il clima, con temperature più fredde del solito, ha evitato sovrapproduzioni e la siccità finora non ha creato danni”, precisa Vantini, per il quale, “anche le quotazioni si stanno mantenendo in linea con il periodo”.

A livello regionale la superficie dedicata alla coltivazione degli asparagi è di circa 1.760 ettari, 400 dei quali nel Veronese dove sono coltivati in una ventina di Comuni, tutti in pianura. Fra di essi spiccano, per tradizione e quantità, Arcole, San Martino Buon Albergo, in particolare la località Mambrotta, Isola Rizza, Rivoli, Cerea, Roverchiara, Gazzo e Zevio. “La carenza d’acqua non ha influito in maniera significativa sulla produzione e la stagione attualmente è positiva sia nel Veronese sia nel Sud Italia e per guardare ai nostri competitori, anche in Spagna”, dichiara Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona. “Questa situazione finisce per incidere sui prezzi, che sono più bassi delle annate precedenti, quando, nelle settimane prima di Pasqua, le primizie spuntavano quotazioni più sostenute. In questo inizio di annata gli asparagi, sia quelli verdi sia quelli bianchi, sono venduti da 4 a 7 euro al chilo e a influire è anche la contrazione dei consumi”, sottolinea De Togni.

Andrea Lavagnoli, presidente provinciale di Cia-Agricoltori italiani, ricorda che “la raccolta è cominciata da una quindicina di giorni sotto tunnel freddi e da una settimana a pieno campo. I prezzi sono soddisfacenti”, dichiara Lavagnoli e per il momento non c’è la concorrenza del prodotto spagnolo, che è di una qualità inferiore a quella dei nostri asparagi e non concorrenziale a causa dei problemi di logistica e trasporti, ma bisogna vedere cosa succederà nel pieno della raccolta, quando aumenterà il caldo”, precisa Lavagnoli, sottolineando che “i produttori si trovano a dover fare i conti con il costo dei fertilizzanti, che rispetto a un anno fa ha visto gli azotati schizzati da 40 euro a quintale a 114 euro, e che ci sono da affrontare la maggiore attenzione dei consumatori verso gli asparagi verdi e l’aumento della concorrenza greca”.

(fonte: L’Arena)

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