IL 15% DEI BAMBINI SOTTO I 2 ANNI NON CONSUMA PASTI EQUILIBRATI E COMPLETI

Troppi bambini tra i 6 e i 23 mesi non ricevono al momento giusto e nella quantità e diversità minima alimenti necessari alla loro crescita e sviluppo. La pandemia ha contribuito, con la chiusura delle mense di asili nido e micronidi, ad accentuare questo dato.
Esiste, inoltre, una forte disparità tra la dieta dei bambini a seconda del reddito delle famiglie: i bambini che vivono nelle zone urbane e in famiglie benestanti hanno una dieta migliore rispetto a quelli che vivono in zone rurali e che provengono da famiglie più povere. In particolare, il 34% dei bambini provenienti da famiglie benestanti consumano più alimenti diversificati, mentre questo valore scende al 15% in famiglie povere. Mentre il 60% dei bambini provenienti da famiglie benestanti raggiunge la frequenza minima di pasti raccomandati in confronto al 47% nelle famiglie povere.
Sono questi alcuni dei dati che sono stati presentati questa mattina in occasione del convegno su “La salute degli adulti di domani, la scriviamo nutrendo i bambini di oggi”. L’evento è stato promosso dall’ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Roma, e dalla Fondazione Comitans.
Sono intervenuti: CECILIA BARTOLUCCI, presidente della Fondazione Comitans, su “L’importanza della nutrizione nei Primi Mille Giorni”; FLAVIO PEZZOLI, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Roma e Provincia, su “Produzione e distribuzione sostenibile dei prodotti ortofrutticoli”; MARCO LUCCHINI, di FEBA su “La gestione delle eccedenze può aiutarci ad avere un cibo più accessibile, inclusivo, adeguato?”.
L’obiettivo dell’incontro era quello di offrire un focus sul percorso di ricerca e condivisione dei saperi sul tema dell’alimentazione e della nutrizione nei primi mille giorni di vita del bambino, ovvero dai 0 ai 24 mesi. In particolare, è stato evidenziato l’impatto che il cibo ha sul benessere psicofisico e sulla crescita dei bambini, dunque gli adulti di domani, promuovendo sistemi agroalimentari più sostenibili.
Ad esempio nel 2020:
• 1 ogni 4 bambini tra i 6–8 mesi (27%) non ha ricevuto cibi solidi o semi-solidi.
• 1 ogni 2 bambini tra i 6–23 mesi (48%) non ha ricevuto il numero minimo di pasti quotidiani raccomandati.
• più di 2 ogni 3 bambini tra i 6–23 mesi (71%) non ha ricevuto almeno 5 tra gli 8 gruppi di alimenti raccomandati (scarsa diversità di alimenti).
• nel mondo, più del 55% dei bambini tra 6-23 mesi non ha mangiato cibi ad alto valore proteico (uova, carne, pesce) regolarmente, e più della metà non ha consumato verdura o frutta.
I dati presentati dimostrano una mancata diversificazione degli alimenti nella nutrizione nei primi mesi di vita dei bambini, che impatta significativamente sulla loro crescita: il progetto primi mille giorni, presentato al convegno, pone l’attenzione su questo importante tema.
Secondo le stime preliminari dell’Istituto nazionale di statistica nel 2020, le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni, 1 milione di persone in più rispetto all’anno precedente. Le famiglie totalmente indigenti sono aumentate del 7,7% rispetto al 2019 (+335.000 unità). All’incirca il 9,4% della popolazione italiana (5.6 milioni) ha problemi a soddisfare i bisogni primari. L’incremento dell’indigenza riguarda poi ogni tipologia di nucleo familiare, ma l’incidenza aumenta in modo direttamente proporzionale all’aumentare dei componenti della famiglia. Inoltre, i dati evidenziano come la presenza di figli minori esponga maggiormente le famiglie alle conseguenze della crisi, con un’incidenza di povertà assoluta che passa dal 9,2% all’11,6%. Il totale di bambini e ragazzi poveri nel 2020 ha raggiunto 1.346.000, 209.000 in più rispetto all’anno precedente.
A causa di questi ulteriori problemi ci si aspetta un deterioramento della qualità e della quantità delle diete dei bambini al di sotto della situazione già inadeguata esistente prima del Covid-19 dove solo il 53% dei bambini tra i 6 e i 23 mesi riceveva un numero minimo di pasti quotidiani e una diversità alimentare sufficiente.

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