RAPPORTO BIOBANK, “PER IL BIO È TEMPO DI RADDOPPIARE”. MA I NEGOZI SPECIALIZZATI DIMINUISCONO

“Per il biologico è tempo di raddoppiare, altro che lasciare”. In estrema sintesi è questa la conclusione, o più che altro il commento a cui arriva l’ultimo rapporto Bio Bank, che analizza il comparto del bio in Italia secondo i propri censimenti, e alla luce delle ultime questioni sorte sulla legge del bio e sul comparto biologico in generale.

Il biologico, si scrive nel rapporto, è centrale nella transizione ecologica. L’Unione Europea punta a dimezzare l’utilizzo di pesticidi, ridurre del 20% quello di fertilizzanti e triplicare le superfici bio arrivando al 25% entro il 2030, contro l’8% del 2019.

L’Italia tra i leader del bio
L’Italia guarda avanti e prosegue la sua corsa, con un mercato che vale 7,5 miliardi di euro nel 2021, export compreso. E, proprio per fotografare il ruolo trainante del nostro Paese nel panorama internazionale del bio, questo 15° Rapporto Bio Bank si apre con un’ampia carrellata di dati strutturali e di mercato europei e mondiali (dati Fibl-Ifoam 2019).
In Europa, la grande Europa che conta 47 Paesi, non l’Unione Europea a 27, l’Italia nel 2019 si trova al primo posto per export (2,4 miliardi di euro) e aziende di trasformazione (21.419), al secondo per produttori agricoli (70.540), al terzo per vendite al dettaglio (3,6 miliardi di euro) e superfici (1,99 milioni di ettari), al sesto per quota delle superfici bio sulla Sau totale (16%). Il Rapporto prosegue con il consueto quadro nazionale tra mercato, operatori e superfici. Si aggiunge quest’anno un approfondimento sul biodinamico che vede l’Italia come primo Paese esportatore al mondo di prodotti certificati Demeter e terzo produttore in Europa.

Nelle pagine finali si illustra il panorama delle più autorevoli fonti di dati sul biologico, insieme a contributi stimolanti su crisi climatica e limiti dello sviluppo, rischi globali e transizione ecologica.
Tutto in 92 pagine liberamente consultabili su issuu.com/biobank.

Trend attività bio 2016-2020
Cuore del Rapporto la fotografia di 3.700 attività bio censite da Bio Bank nel 2020. Nell’arco degli ultimi cinque anni è cresciuto solo del 4,6% il numero totale di attività bio delle tre tipologie alimentari monitorate sul Rapporto Bio Bank. Erano infatti 2.265 nel 2016, sono salite a 2.370 nel 2020. Al primo posto si confermano i siti di e-commerce di alimenti bio, con una crescita nuovamente a doppia cifra pari al 67,8%. Un trend già positivo, che ha subito un’ulteriore accelerazione per effetto della pandemia, ampliando notevolmente la platea dei clienti virtuali. Al secondo posto le attività di ristorazione, con una crescita di appena il 3,1%. Situazione di stallo già esistente, che si è confermata nel 2020 per le chiusure forzate a causa del Covid. Calo consistente invece, pari a -9,3%, per i negozi specializzati, che in cinque anni scendono da 1.423 a 1.291. Nel canale storico del settore è in atto una vera e propria razionalizzazione della rete, mentre la concorrenza di supermercati, discount e non solo resta altissima

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.