OLI ESSENZIALI PER CONSERVARE E CONTROLLI QUALITÀ HI-TECH, NOVITÀ DA ISRAELE

Una tecnologia per il controllo della qualità lungo tutta la catena di fornitura grazie ad un avanzatissimo software e gli oli essenziali come nuova frontiera dell’atmosfera modificata.
Sono alcune delle grandi novità presentate dall’eccellenza della ricerca israeliana, start-up hi-tech, nell’evento “Techagriculture meeting Italia-Israele: L’agricoltura incontra l’innovazione’ tenutosi dal 16 al 18 maggio presso l’Ambasciata israeliana in Italia. Un’occasione per incontrare le principali realtà produttive italiane del settore agricolo.

L’incontro, organizzato dall’Ambasciata d’Israele, Confagricoltura, il Comune di Napoli e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha avuto il suo clou il 17 maggio, quando il nostro settore primario, agroindustria avanzata, scienza, ricerca e tecnologia si sono confrontati nell’evento che ambisce a diventare un appuntamento annuale rivolto ai Paesi mediterranei con affinità pedoclimatiche.

All’evento ha presenziato anche il Ministro dell’Agricoltura italiano, Stefano Patuanelli, che, nel suo discorso ha sottolineato “l’importanza di potenziare la ricerca in ambito tecnologico per poter contrastare le gravi conseguenze dovute ai cambiamenti climatici e la carenza delle risorse. Queste sfide – ha detto – si possono e si devono vincere anche grazie alla cooperazione internazionale come quella tra Italia ed Israele”.

E ancora: “Produrre cibo di qualità, renderlo disponibile per tutti ed ottenerlo con il minore impatto ambientale deve essere uno dei nostri principali obiettivi. In questo senso è determinante la misura 4.0 in agricoltura, promossa dal Mipaaf con il pacchetto pluriennale Transizione 4.0, e che ora più che mai si sta dimostrando fondamentale in una fase storica che vede il pianeta minacciato dall’instabilità geopolitica, dalla crisi energetica e dai cambiamenti climatici”.

Tante le tecnologie presentate: soluzioni per l’irrigazione e la fertirrigazione di precisione; piattaforme di analisi dei dati per l’agricoltura di precisione, il monitoraggio avanzato delle colture, l’identificazione precoce delle fitopatie e l’ottimizzazione delle attività post-raccolta; tecnologie di automazione agricola; droni a supporto dell’attività agronomica; materiali innovativi per la coltivazione in serra; soluzioni d’avanguardia per la piantumazione urbana; tecnologie per l’incremento della produttività dei bovini da latte e per la tutela della loro salute; soluzioni per un’acquacoltura più efficiente e sostenibile.

Due in particolare, hanno rilevanza anche per il settore di IV e V Gamma: Tarritech ha sviluppato un sistema di atmosfera modificata per la conservazione di frutta e verdura confezionata, che si basa sugli oli essenziali. Si tratta di una tecnologia alla quale, per altre vie, aveva già iniziato a lavorare l’università di Foggia con il professore Giancarlo Colelli. Dacché, anche grazie a questo evento, si è già disegnata per sommi capi una futura partnership tra la startup israeliana e l’università pugliese di modo da accelerare il raggiungimento dei risultati attesi.

“Il problema per questo tipo di tecnologia – ha affermato Nathalie Gabriel (nella foto), VP business e marketing di TarriTech che abbiamo raggiunto a caldo, all’indomani dell’evento – è che manca la necessaria regolamentazione nazionale richiesta per ogni tipo di sostanza che entra a contatto con i cibi. Quella degli oli essenziali è una frontiera del tutto nuova per cui non esistono regole a tal riguardo ma, in questo senso, abbiamo ricevuto la massima apertura da parte del Ministro Patuanelli”. La tecnologia, che si basa sull’uso degli oli essenziali per allungare la shelf life dei prodotti freschi confezionati, punta, fra l’alto a ridurre gli sprechi.

“Abbiamo fatto i primi test – ha specificato Gabriel – su fragole, pesche e agrumi ed abbiamo riscontrato una riduzione degli sprechi ortofrutticoli che va dal 25% per pesche e agrumi al 30% per le fragole. La nostra tecnologia oltre ad essere naturale non produce alcun effetto collaterale. Stimiamo di iniziare le vendite tra la fine del 2022 e il 2023”.

Si tratta di un innovativo sistema di rilascio degli oli essenziali dentro il packaging che previene efficacemente il decadimento dei prodotti freschi. Da un lato, c’è la miscela brevettata di composti volatili provenienti da oli essenziali naturali e, dall’altro, c’è un dispositivo in grado di rilasciare in maniera controllata i composti volatili dentro il packaging in base, ad esempio, al tipo di prodotto contenuto o anche alla temperatura in cui si trova la confezione.

L’efficacia di questa tecnologia è stata provata dimostrando il mantenimento delle proprietà fisiche ed organolettiche del frutto (in questo caso la fragola) dopo sette giorni di conservazione a 6 gradi e tre giorni ad una temperatura di 20 gradi.

La startup Neolithics, invece, propone una soluzione che risponde all’esigenza di aumentare il livello dei controlli di qualità lungo la catena di fornitura oggi piuttosto scarso.
La carenza di un efficiente controllo qualità nella supply chain determina distorsioni importanti non solo per l’elevato spreco di prodotto (che prudenzialmente si può stimare intorno al 13%), ma anche per il mancato valore generato (perdita di valore aggiunto pari al 7,2%), e il fatto che per queste carenze, alcuni fornitori siano pagati eccessivamente (circa il 4,5% del totale).

“Questa tecnologia – spiega Amir Adamo, CEO di Neolithics – fa sì che ogni singolo prodotto venga trasformato in una serie di punti, corrispondenti a dati iperspettrali specifici identificati nell’immagine raccolta dalla macchina che è applicabile in qualsiasi fase automatizzata del processo produttivo. L’intelligenza artificiale rileva, classifica e ordina ogni raccolto in tempo reale creando una banca dati molto fornita di informazioni campionate e predittive che ottimizzano i processi di distribuzione. I modelli di classificazione di un prodotto si riferiscono al suo aspetto interno, esterno, al valore nutrizionale, ala predizione della sua shelf life, alla presenza o meno di contaminanti e/o anomalie”.

Tra le aziende che si sono dimostrate interessate a questa tecnologia c’è anche il gruppo Mutti, specializzato nella trasformazione di pomodoro da industria che, da poco, si è avventurato nel mondo delle zuppe pronte.

Mariangela Latella

(fonte: Freshcutnews.it)

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