ASSEMBLEA FRUITIMPRESE, CILENTO: “PIÙ RICERCA E PIÙ SOSTENIBILITÀ ECONOMICA ALLE IMPRESE”

“Negli ultimi trenta-quaranta anni c’è stata una politica comunitaria che ha sacrificato la produzione a vantaggio dell’ambiente e oggi, in un momento di pandemia prima e di guerra dopo, ci siamo accorti che probabilmente abbiamo sbagliato. Se non c’è competitività, se non c’è redditività, le imprese non reggono e hai voglia poi di parlare di condizionalità ambientale e sociale, le imprese però chiudono”.

Lo ha detto l’imprenditore frutticolo calabrese e membro della Giunta di Confagricoltura Nicola Cilento (nella foto) al Corriere Ortofrutticolo, a margine della 73esima assemblea di Fruitimprese svoltasi a Roma. “Poi c’è una questione tutta italiana – ha aggiunto Cilento – Negli ultimi anni anni ci siamo rivelati il Paese dei no, negli anni passati abbiamo detto no alla tav, no alle trivellazioni, no ai degassificatori e agli OGM e, così facendo, si è rinunciato alla ricerca. Si è rinunciato anche a studiare dei geni, all’interno della stesse specie di piante, ortaggi e fruttifere che, al cospetto di cambiamenti climatici potessero reggere meglio l’impatto e, soprattutto, l’aggressione da parte di parassiti e fitopatie. Quando si ferma la ricerca si ferma l’evoluzione e l’innovazione, il risultato è che siamo in ritardo”.

“Quindi è ora di cambiare rotta – ha aggiunto Cilento – di pensare di più al reddito degli agricoltori, e pensare di più sì alla sostenibilità, ma soprattutto quella economica, che consente alle imprese di rimanere in vita, che consente all’imprenditore di stare sui campi e tutelare l’ambiente e che consente di produrre cibo a sufficienza, anche perché, se non c’è produzione, mancano i sottoprodotti da cui ricavare energie alternative”. (c.l.)

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