CILIEGIE, SILVIA SALVI: “AL SISTEMA ITALIA SERVE PIÙ AGGREGAZIONE”

“Da soli non si va da nessuna parte. Serve aggregazione e organizzazione, anche nel settore delle ciliegie, dove in certe zone, specialmente nel Mezzogiorno (ma non solo), c’è ancora troppa frammentazione. I piccoli produttori devono comprendere come per avere un futuro serve trovare partner più strutturati con cui instaurare un rapporto di fiducia. Serve fare più filiera”.

A lanciare l’appello è Silvia Salvi (nella foto), amministratore di Salvi Vivai, una delle principali realtà italiane e internazionali che fanno dell’attività di ricerca e selezione varietale all’avanguardia sul fronte dell’innovazione uno il proprio core business. “L’Italia – osserva ancora l’imprenditrice ferrarese, Protagonista dell’ultimo numero del Corriere Ortofrutticolo – anche per la sua conformazione geografica, lunga e stretta, ha areali con diverse epoche di maturazione dei frutti. Anche per questo – oltre al clima, ai terreni adatti, etc – ha potenzialità enormi sui mercati che però non riesce a sfruttare a dovere. Per un prodotto come la ciliegia, che ha una campagna molto breve, questi fattori sono ancora più determinanti”.

Per Salvi, inoltre, “ci vorrebbe qualcuno al di sopra delle parti che riesca ad emanare leggi che agevolassero l’aggregazione. Sarebbe uno strumento fondamentale a favore di tutta la filiera. Serve un aiuto della politica per indirizzare il settore verso la direzione giusta”.

La campagna 2022: “La qualità paga”

Andando ad analizzare invece la campagna di quest’anno, l’imprenditrice emiliana sottolinea come il prodotto di qualità viene comunque ben ripagato. “Se invece non si immette sul mercato un prodotto bello e buono da mangiare, il rischio è ritrovarsi con brutte sorprese”.

Dal punto di vista vivaistico, Salvi, che alcune settimane fa ha organizzato un riuscito e partecipato Open Day – aggiunge come “per quanto ci riguarda, stiamo cercando di migliorare ulteriormente il sistema del nostro ceraseto per offrire al produttore la migliore soluzione possibile dal punto di vista produttivo. Questi anni di prove e valutazioni confermano che l’impianto che proponiamo offre ottime soddisfazioni con frutti con calibri molto sostenuti, oltre il 30-32. Il sistema di ciliegio senza scala è un sistema vincente”.

L’obiettivo: pezzature elevate, colore, gusto e allungamento della raccolta

“Stiamo cercando e valutando varietà che, oltre a mantenere pezzature elevate, colore scuro, e ottimo gusto, ci possano garantire un allungamento della raccolta e della stagione. Per questo puntiamo a selezionare nuove tipologie, sia precoci che tardive, che possano andare in raccolta anche fino a fine giugno”, precisa Salvi che osserva: “Per il produttore può essere solo un vantaggio avere un periodo di raccolta più lungo”.

Dando infine uno sguardo allo scenario internazionale, in cui il ciliegio è una coltura in crescita, Salvi conferma come Turchia, tra i maggiori produttori mondiali, e Stati Uniti siano i competitors principali, così come il Cile, seppur in contro stagione, senza dimenticare Spagna e Francia, mercati in evoluzione. “Anche Uzbekistan e Georgia stanno investendo molto sul ciliegio. Stanno effettuando molti impianti, seppur siano mercati meno insidiosi per l’Europa, proponendo i prodotti in altri Paesi”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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