UVA, GIULIANO: “POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA ANNATA, MA PESA L’INCOGNITA CRISI E CONSUMI”. IL REBUS SU GRECIA E TURCHIA

Potrebbe diventare una stagione ottima per l’uva da tavola, ma solo a certe condizioni. Perché crisi, guerra, aumento dei costi e concorrenza estera potrebbero influenzare negativamente l’annata. A tracciare il quadro attuale del comparto è Nicola Giuliano (nella foto), a capo dell’omonima azienda pugliese.

“La raccolta è iniziata una decina di giorni fa, con altrettante giornate di ritardo rispetto alla media”, afferma l’imprenditore barese. “La qualità è eccellente. La siccità non ha creato particolari problemi. Anzi. Il prodotto non è stato attaccato da parassiti e da malattie. Dal punti di vista organolettico e salutistico abbiamo frutti straordinari”.

A preoccupare semmai è il contesto globale, tra crisi, aumento esponenziale dei costi, contrazione generale dei consumi, inflazione alle stelle. “I primi riscontri sul mercato ci dicono che questo avvio di campagna sta scontando un calo dei 20% dei consumi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con prezzi invece sullo stesso livello del 2021”, dichiara Giuliano. “Siamo però preoccupati perché su ogni chilo di merce abbiamo 30 centesimi di costi in più, con i prezzi alla vendita però che rimangono uguali. E ciò significa perdite per i produttori. In tal senso è una falsa partenza. Se però si dovessero riassestare le quotazioni, risolversi la crisi, calare i costi, allora potrebbero esserci ampi margini per realizzare una buona se non ottima campagna commerciale. Ora dobbiamo lavorare per far conoscere il nuovo prodotto, farlo consumare. Ma, ripeto, devono crescere i prezzi. Per certi prodotti come angurie e pesche i valori sono triplicati, per altri, come le ciliegie, no. Questione di offerta e qualità. Sull’uva è proprio sulla qualità che dobbiamo cercare di vincere la partita”.

Anche perché dal punto di vista varietale il comparto italiano dell’uva non teme rivali: “L’innovazione sta andando avanti molto bene, specialmente sulle seedless, su cui il mercato e le imprese continuano a puntare fortemente. Ci sono nuove varietà fenomenali, con un gusto eccezionale e caratteristiche straordinarie”.

L’incognita competitors: rischio invasione del prodotto greco e turco

Nonostante ciò, guardando fuori dai confini nazionali, i timori non mancano, a causa dei possibili scenari che si potranno presentare da qui a settembre, quando la campagna entrerà nella sua fase clou, rappresentando una possibile chiave di volta dell’annata, in positivo o meno, a seconda di determinate condizioni. “Perché con il conflitto russo ucraino in corso, mi chiedo come e dove sarà collocata l’uva greca e turca che veniva massicciamente inviata in quei Paesi, oltre che in Bielorussia e zone limitrofe”, si domanda Giuliano. “Siamo di fronte ad un rebus, che gli operatori stanno cercando di studiare in attesa di una possibile soluzione. Sul prodotto premium – osserva l’imprenditore pugliese – non vedo particolari problemi. Mentre sull’uva destinata a discount e grandi magazzini specialmente del Nord Europa, Turchia e Grecia, con prodotto di qualità inferiore e a prezzi competitivi, potrebbero invadere gli scaffali, rendendoci la vita molto difficile”. L’incognita potrebbe sciogliersi dopo la pausa estiva, a settembre. Allora si potrà capire se la stagione avrà più luci che ombre o viceversa.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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