INFILTRAZIONI MALAVITOSE NELLA DISTRIBUZIONE ALIMENTARE, ARRESTI E SEQUESTRI

Dodici persone, tra cui presunti affiliati alla ‘ndrangheta ed imprenditori collusi, sono state arrestate nel corso di un’operazione condotta dalla Dia e dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, su direttive della Direzione distrettuale antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri. Ne dà notizia l’Ansa. L’operazione, denominata “Planning”, ha consentito di sgominare un’associazione criminale che avrebbe visto alleati imprenditori e famiglie di ‘ndrangheta finalizzata all’infiltrazione di alcune cosche nel settore edile e nella grande distribuzione alimentare.

Arresti e perquisizioni, nell’ambito dell’operazione, anche in Lombardia, Abruzzo e Lazio. L’infiltrazione delle cosche sarebbe avvenuta attraverso la compartecipazione occulta di loro esponenti alle iniziative economiche gestite ed organizzate tramite imprese fittiziamente intestate a terzi, ma anche attraverso l’affidamento di servizi e forniture ad imprenditori espressione dell’associazione criminale. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale su richiesta della Dda.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, riporta l’Ansa, di associazione mafiosa e concorso esterno nello stesso reato, oltre che di associazione per delinquere, impiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, reati tutti aggravati dalle modalità mafiose. Al centro dell’inchiesta la cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano ed i suoi rapporti e cointeressenze economiche con alcuni imprenditori di Reggio Calabria. Otto delle 12 persone coinvolte nell’operazione sono finite in carcere, mentre per le restanti quattro sono stati disposti gli arresti domiciliari.

L’operazione ha anche portato al sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di oltre 32 milioni di euro. I beni consistono in 27 imprese, di cui una con sede in Slovenia e un’altra in Romania, 31 unità immobiliari e varie quote societarie e disponibilità finanziarie. L’Inchiesta che ha portato ai 12 arresti ed al sequestro dei beni è stata condotta dai sostituti procuratori della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino e Walter Ignazitto.

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