ELEZIONI, LE PROPOSTE DI CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “LA POLITICA RICONOSCA IL NOSTRO RUOLO”

“Produrre non è peccato”. È questo il titolo del documento programmatico che Confagricoltura Bologna sta sottoponendo in questi giorni ai candidati del territorio metropolitano alle elezioni politiche del 25 settembre, una serie di proposte finalizzate a rimettere al centro dell’attenzione l’attività agricola nella sua missione più profonda, quella cioè di garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione.
“Gli avvenimenti degli ultimi anni, dalla pandemia alle tensioni geopolitiche scaturite dal conflitto in Ucraina, hanno palesato una volta per tutte il ruolo cruciale dell’agricoltura, fondamentale per garantire il sostentamento alimentare dei cittadini – commenta Guglielmo Garagnani (nella foto), presidente di Confagricoltura Bologna -. A questa presa di coscienza che ci auguriamo possa divenire collettiva, devono ora seguire azioni concrete da parte dei rappresentanti politici con l’obiettivo di riconoscere il valore strategico del nostro lavoro. È necessario quindi un radicale cambiamento del modo in cui Governo e Parlamento si sono relazionati con il mondo agricolo negli ultimi vent’anni: basta inutili passerelle mediatiche e iniziative demagogiche che banalizzano il ruolo sociale degli agricoltori, è arrivato il momento di riconoscere al settore primario la dignità che merita a partire, ad esempio, dalla scelta del Ministro, al quale non possono mancare competenza e conoscenza dei comparti produttivi e delle loro dinamiche”.
Il titolo del documento di Confagricoltura Bologna – “Produrre non è peccato” – non rappresenta uno slogan bensì l’essenza dell’attività agricola, troppo spesso messa in discussione soprattutto dalle Istituzioni europee con colpevole negligenza da parte di troppi rappresentanti politici italiani.
“Proprio negli ultimi giorni – continua Garagnani – dall’Unione Europea sono arrivate due novità fortemente penalizzanti per il sistema agroalimentare italiano, ma in pochi sembrano essersene accorti”. Il presidente di Confagricoltura Bologna fa riferimento allo studio del Centro Ricerche della Commissione UE che ha promosso l’etichetta a semaforo Nutriscore che penalizza le produzioni di eccellenza italiane a partire da quelle bolognesi, come Mortadella e Parmigiano Reggiano. Inoltre, Garagnani si riferisce anche alla recente proposta della Commissione UE di un nuovo giro di vite nella riduzione degli agrofarmaci chimici entro il 2030, dal 50% inizialmente previsto al 62%, con un sostanziale dimezzamento delle sostanze attive che possono sostituire i fitofarmaci vietati per la protezione delle colture.
“A queste condizioni sarà sempre più difficile se non impossibile produrre – continua Garagnani – ed è arrivato il momento che i nostri politici se ne rendano conto. Noi agricoltori siamo innanzitutto produttori di beni alimentari, non siamo i giardinieri d’Europa. Occorre che le Istituzioni accompagnino le nostre aziende nella riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi con incentivi e sgravi, salvaguardando la possibilità di produrre mentre oggi ci troviamo con le armi spuntate per contrastare le conseguenze del cambiamento climatico. Ne va della tenuta sociale del Paese, altrimenti rischiamo di vedere fortemente ridimensionato il settore primario”.
In conclusione, dal presidente di Confagricoltura Bologna un invito ai candidati: “Chiedo innanzitutto di conoscere l’agricoltura, di venire a visitare le nostre aziende per capire di cosa stiamo parlando. Innovazione tecnologica, digitalizzazione, ricerca genetica, robotizzazione delle fasi produttive: sono tutte realtà già presenti nelle nostre imprese, che hanno bisogno di essere favorite e sostenute. Così come l’impegno a favore dei giovani agricoltori, una gestione più efficiente del Decreto Flussi e sburocratizzazione delle norme per fronteggiare la carenza di manodopera”.

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