“POCO PRODOTTO, COSTI ALLE STELLE”: MONTA LA PREOCCUPAZIONE NEL PIANETA RADICCHI

Poco prodotto e costi elevati in campo: c’è preoccupazione, nel “mondo” dei radicchi, per una campagna che si preannuncia quanto mai difficile e densa di incognite. Lo testimonia Cristiana Furiani della Geofur di Legnago (Verona), realtà di punta nel settore: “Il caldo intenso delle scorse settimane ha ridotto pesantemente rese e dimensioni, quindi mediamente tra i radicchi c’è poco ‘peso’; inoltre, soprattutto per quanto riguarda verze e cappucci, i quantitativi piantati sono stati inferiori al solito e molta merce si è ‘bruciata’ per il caldo. Risultato: la produzione di settembre sarà molto scarsa“.

Numerosi agricoltori, a causa del caldo intenso estivo, hanno preferito iniziare a piantare dopo la metà di agosto: servirà tempo prima che i quantitativi possano adeguarsi alle richieste che stanno provenendo, sempre più insistenti dalla GDO: “Stimiamo un ritardo di circa tre settimane rispetto a una stagione normale”, puntualizza Furiani (in apertura in una foto d’archivio). “La campagna è iniziata in modo pesante, vediamo cosa riserverà ottobre:  ci aspettiamo per i prossimi mesi, e in particolare a dicembre e gennaio, una maggiore disponibilità di prodotto, sempre che non si verifichino fenomeni meteorologici estremi, purtroppo sempre più frequenti”.

Il caro-energia si fa sentire anche in questo settore: “Mi è arrivata una bolletta da 30 mila euro per la operazioni in campo in un’area dove in precedenza ne pagavo 8mila”, fa presente l’imprenditrice veneta. “E un boom dei prezzi c’è stato anche per i fertilizzanti. Non ho idea di quanto potrà costare la campagna quest’anno. Al momento, tra carenza di merce e oneri alle stelle c’è ben poco da stare allegri”.

Mercoledì, intanto, in una serata al teatro Salieri di Legnago che ha unito narrazione e musica (nella foto sopra un momento), è stato ricordato il fondatore di Geofur Rodolfo Furiani, scomparso lo scorso anno. A lui è dedicato il libro “Rodolfo Furiani, storia di una passione”, il cui ricavato andrà interamente in beneficienza.

“E’ a mio padre che si deve l’intuizione di professionalizzare la coltivazione dei radicchi veneti, coltivarli, lavorarli e arrivare a venderli non solo in Italia ma nel mondo, Stati Uniti compresi”, dice Cristiana. “Sempre lui ha saputo delocalizzare la produzione in modo da avere continuità nella fornitura. Ed è grazie a lui che oggi la nostra è un’azienda sana”.

Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriererortofrutticolo.it

 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.